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ATTUALITÀ

8 MARZO, PER LE DONNE…

di Giorgio Siri

Il giorno 8 marzo, il giorno della mimosa, dedicato alle donne, è giustamente entrato a far parte delle date da non mancare, delle ricorrenze sentite, del costume.

Giustamente le donne hanno una giornata in cui far sentire la loro voce, rivendicando il ruolo che loro compete, porre l’attenzione sulle odiose discriminazioni sessiste che ancora imperversano. Il Presidente della Repubblica, Mattarella, al suo primo 8 marzo, aveva sottolineato, con bellissime parole, il posto della donna nella vita comune e nella Società.

La storia del giorno 8 marzo è attinente alle rivendicazioni femminili; la data venne scelta nel 1975, anno che le Nazioni Unite designarono come “Anno internazionale della donna”.

A quanto è ormai quasi accertato,l’incendio della fabbrica Cotton, che sarebbe avvenuto l’8 marzo 1908 e che sarebbe all’origine della scelta del giorno, non è fondata e pare, anzi, che si confonda l’avvenimento, che si è venuto a delineare piuttosto come leggendario, con un tragico incidente comunque realmente accaduto, a New York, ovvero l’incendio della fabbrica Triangle, a seguito del quale morirono 146 lavoratori, di cui 123 donne, per la maggior parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica.

L’idea di istituire una “giornata della donna” risale, in ogni caso, a quegli anni, durante i quali si svilupparono il “Movimento delle suffragette”, in Gran Bretagna, che chiedeva il suffragio universale elettorale esteso anche alle donne e, nel contempo, si tennero congressi internazionali socialisti, sia in Europa – Stoccarda, 1907 – che negli Stati Uniti, nei quali venne affrontata la questione della parità femminile. La socialista Corinne Brown presiedette, il 3 maggio 1908, la conferenza che, ogni domenica, il Partito socialista di Chicago riuniva al Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Il 23 febbraio 1917, iniziò, in Russia, a San Pietroburgo, la Rivoluzione di febbraio – per il nostro calendario però è l’8 marzo, vista la vigenza di allora, in Russia , del calendario giuliano – fra le altre manifestazioni, le donne sfilarono contro la guerra.

Per questo motivo, e per fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, riunitasi a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale Comunista stabilì all’8 marzo la «Giornata internazionale dell’operaia».

In Italia, nel 1944, per iniziativa dell’UDI, Unione Donne in Italia, voluta da donne militanti del PCI, del PSI, del Partito d’Azione, di Sinistra Cristiana e di Democrazia del Lavoro venne deciso di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra alla fine del 1945, veniva approvata e inviata all’ ONU appena formatosi una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Dopo la fine della guerra, l’8 marzo 1946, la giornata fu celebrata in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, promossa da alcune famose leader della Sinistra.

Con la risoluzione 3010 (XXVII) del 18 dicembre 1972, ricordando i 25 anni trascorsi dalla prima sessione della Commissione sulla condizione delle Donne (svolta a Lake Success, Nassau, New York, tra il 10 ed il 24 febbraio 1947), l’ONU proclamò il 1975 “Anno Internazionale delle Donne“, cui fece seguito, il 15 dicembre 1975, tramite la risoluzione 3520 (XXX), la proclamazione del “Decennio delle Nazioni Unite per le donne: equità, sviluppo e pace” (“United Nations Decade for Women: Equality, Development and Peace“, 1976-1985).

Il 16 dicembre 1977 con la risoluzione 32/142, l’Assemblea delle Nazioni Unite invitò ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (“United Nations Day for Women’s Rights and International Peace“) e di comunicare la decisione presa al Segretario generale.

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