Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

RUBRICHE

APPUNTI E DISAPPUNTI

Il 26 e il 27 u.s. si è tenuta a Taormina la riunione del 43° del Gruppo dei Sette (di solito abbreviato in G7) che è il vertice dei ministri dell’economia delle sette maggiori economie avanzate. Nel 1975 si è deciso di formalizzare questa riunione (anche se ci sono voluti più di dieci anni fino al 1986), quando il Canada aderì al Gruppo dei Sei ( che erano, all’inizio, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America).Al G7 sono presenti all’incontro anche i rappresentanti della UE e del Fondo Monetario Internazionale. Dopo il 1998 con l’implosione dell’URSS il G7 è diventato G8 con la presenza della Russia. Ciò è durato fino al 2014, quando, a causa della questione Ucraina e le sanzioni decise contro la Russia, quest’ultima è stata esclusa da quelle riunioni e si è tornati al G7. Alla riunione di Taormina ha partecipato il neopresidente USA, Donaldo Trump (anche se aveva l’aria di trovar4si lì per caso). C’era molta curiosità al riguardo sia per i problemi di politica estera provocati da suoi comportamenti in Patria, sia per gli atteggiamenti molto ineleganti .

In realtà i comportamenti di Trump sono molto “spontanei” e non molto fair. Si veda per tutti il fatto che, oltre a giungere costantemente in ritardo, ostentatamente, non abbia messo l’auricolare per ascoltare la traduzione della relazione introduttiva del Presidente del Consiglio italiano. Non risultando che Donald capisca l’italiano, quel gesto ha espresso platealmente il disinteresse di Trump per quel che diceva Gentiloni.

Il quale Gentiloni, al termine della riunione ha espresso una valutazione che io ritengo abbastanza condivisibile.

Infatti il nostro Presidente del consiglio ha affermato che la riunione si è svolta con un esame sincero dei problemi e con le espressioni di dissenso formalizzate in modo chiaro e non nascoste da veli diplomatici. E’, infatti, vero che Trump è arrivato a questo summit prevenuto sulle modalità di affrontare i problemi. Da uomo pragmatico non ha nascosto la propria irritazione contro un’ Unione Europea inconcludente, anche di fronte alla minaccia terroristica, incapace di badare a se stessa e sempre alla ricerca di qualcuno (si chiami Obama oppure Putin) che sia in grado di cavare le castagne dal fuoco ( perdipiù gratis visto che i Paesi Europei non sono in regola con i pagamenti per le spese della NATO). Trump ha fatto chiaramente capire che gli Americani sono sono stufi di difenderci a loro spese e con i loro uomini. E’ stato significativo il fatto che il Presidente degli Stati Uniti si sia rifiutato di partecipare alla rituale conferenza stampa di fine convegno e sia andato a Sigonella ad informare i “suoi” soldati di quello che era avvenuto. E sulle questioni su cui non è d’accordo (come sul clima) lo ha detto a chiare lettere, affermando con molta chiarezza che i protocolli sul clima sono inutili se grandi Paesi emergenti (Cina, India, ecc.) fanno produzione infischiandosene dell’ecologia e con ciò facendo concorrenza sleale (perché i costi per diminuire le emissioni dannose sono alti ed incidono sul prezzo finale della produzione). Si può essere in disaccordo con Trump, ma il fatto di avere detto chiaramente come la pensa e come intende operare devono produrre un primo risultato: che questa è una materia che deve essere trattata a livello globale coinvolgendo anche le grandi economie emergenti pime fra tutte la Cina. Il pensare che esserci trovati d’accordo sul tema ambientale in sei contro uno, di per sé sia sufficiente per fare rientrare le divergenze. Servirà solamente, se non si riesce a trovare un punto di equilibrio più generale a stendere un velo sull’operato di ognuno, all’ombra del quale ciascuno continuerà a fare ciò che vuole.

In definitiva, io sono d’accordo (si parva licet componere magnis) con nostro Presidente del Consiglio che ha affermato il valore della dibattito franco e aperto che ha messo in luce le divergenze (anche quelle su cui tutti sono d’accordo come la questione dei migranti). Infatti noi europei facciamo gli accordi di Schengen o di Parigi e poi ognuno difende le proprie frontiere (dove sono difendibili trattandosi di terra ferma) e lascia che i Paesi Mediterranei come l’Italia e la Grecia si arrangino.

Io credo che alle prossime elezioni Europee dovremo eleggere direttamente i responsabili della politica comunitaria ed i membri della Commissione. Altrimenti faremo la fine del Sacro Romano Impero che esisteva sulla carta ma poi i singoi feudatari facevano quello che volevano e la creazione delle nazioni ha prodotte guerre sanguinose in tutta l’Europa fino al 1946. Dopo la fine della 2a Guerra Mondiale, l’Europa cercando di costruire una Comunità di Stati integrati ha vissuto sett’anni di pace e sviluppo non era mai successo prima di allora che ci fosse quasi un secolo senza qualche guerricciola domestica fra francesi, austriaci, italiani, tedeschi, inglesi, russi ecc.) . Forse la ruvida cattiva educazione di Trump può essere la molla per farci riflettere su che cosa deve essere una comunità di popoli con obbiettivi ed interessi comuni.

(Lorenzo Ivaldo)

Rispondi