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APPUNTI E DISAPPUNTI

Domenica 12 marzo si è concluso a Torino il convegno “Lingotto 2017” dove Matteo Renzi ha lanciato la sua campagna elettorale per la riconferma alla Segreteria del P.D.. Il Partito Democratico è nato 10 anni or sono proprio al Lingotto. Il 27 giugno 2007 Walter Veltroni nell’ex stabilimento FIAT lanciò la propria candidatura alla segreteria del costituendo Partito Democratico.
Perchè nacque il Partito Democratico?
Nelle elezioni del 1994, dopo la tempesta di “mani pulite”,si confrontarono tre schieramenti: Alleanza dei progressisti (tutti i Partiti della sinistra) il Polo delle libertà e del buon governo (Forza Italia + CCD+ Lega + Alleanza Nazionale) ed il Patto per l’Italia (Patto Segni e Partito polare italiano).
Vinse, come è noto, il “polo delle libertà e del buon governo”.
Nel 1996 si presentò una lista di centro-sinistra denominata l’Ulivo comprendente il PDS, I popolari per Prodi, Rinnovamento Italiano (comprendente Socialisti, patto Segni ed altre formazioni minori), inoltre vi era un patto di desistenza con Rifondazione Comunista mediante il quale nei collegi dove si presentavano i candidati dell’Ulivo Rifondazione comunista non presentava suoi candidati e viceversa.
Nel centro destra la Lega Nord non aderì al Polo delle libertà e corse da sola. Per questa ragione vinse il centro sinistra e Prodi divenne Presidente del Consiglio.
Poi nel 2001 vinse il centro-destra e nel 2006 vinse, per il rotto della cuffia, il centro-sinistra nuovamente con l’Ulivo e con Prodi, il cui governo durò appena due anni ed infine nel 2008 rivinse Berlusconi con il PDL contro il neonato PD che si presentava da solo in coalizione con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Il Partito Democratico era nato da pochi mesi e nella primavera del 2008 prese il 34% dei consensi, risultato mai più raggiunto dal PD in una elezione politica nazionale.
La verità, che oggi è sotto gli occhi di tutti e che il Partito Democratico fu una creazione ideata da Francesco Rutelli segretario della formazione politica denominata “Democrazia e Libertà – La Margherita” detta poi tout court Margherita, dal fiore contenuto nel simbolo.
I congressi dei Partiti DS e Margherita precedettero l’Assemblea Nazionale Costituente del Partito Democratico [che si tenne a Milano il 27 ottobre 2007]. Nel congresso DS votarono a maggioranza la fondazione del nuovo Partito, con alcune defezione che portarono all’uscita dai DS del “correntone” dei vari Cesare Salvi, Gavino Angius, Fabio Mussi ed altri dispersi in breve tempo come neve al sole. Nella Margherita si riscontrarono alcune defezioni marginali quali quelle di Lamberto Dini e Willer Bordon. I socialisti guidati da Boselli [il quale al Congresso del SDI tenne un discorso nei toni e nelle iperbole che ricordava quelli di Tullio Vecchietti al primo congresso del PSIUP] non aderirono al costituendo Partito Democratico privilegiando una fantomatica Costituente Socialista che nei fatti si rivelò una formazione dello zero-virgola%.
Oggi credo che siamo giunti ad un punto di svolta che dovrà porre le basi di un PD nuovo; un vero partito e non una federazione di correnti con ideologie diverse, spesso contrastanti, come quelle sui cosiddetti diritti civili, dove la provenienza cattolica confligge senza possibilità di mediazioni con la visione di una società laica e non confessionale. Occorre però, indipendentemente dai nomi e dalle persone, che il PD diventi un vero Partito capace di interpretare le istanze sociali e di aprirsi ai nuovi problemi che urgono per fare fronte alle nuove istanze ai nuovi bisogni, alle nuove povertà e ad una domanda di welfare che non può più essere quella della società industriale del dopoguerra. Io non sono iscritto al PD; lo sono stato dalla sua costituzione per i successivi 18 mesi ed ho capito presto che non poteva essere la mia casa politica perché io non ero mai stato né comunista, né democristiano. Non ho mai votato per i comunisti, ho votato solo una volta democristiano nel 1994 per sostenere la candidatura dell’amico Donini. Se fossi iscritto al PD al Congresso sosterrei non Emiliano perché un PM che fa politica non mi piace e lo trovo scorretto oltre che illegale. Ma sceglierei fra Matteo Renzi e Andrea Orlando quello che si impegna a costruire un Partito che si liberi delle ideologie pregresse, dei dogmi della sinistra massimalista e del cattolicesimo integralista e studi la società facendo largo ai giovani (ponendo un vincolo che non possono più essere dirigenti del PD quelli che hanno avuto la tessera del PCI o della DC prima del 1990). Solo così si potrà creare un Partito capace di parlare una lingua comprensibile, molto pragmatica e capace di impegnare quelli che chiedono il consenso in programmi credibili e fattibili. Ricordando le parole di Benedetto Croce il quale diceva che la vera onestà di un uomo politico è realizzare in fretta e bene il programma per il quale è stato eletto.

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