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POLITICA

Appunti e disappunti

Sul problema del Governo italiano dopo le elezioni del 4 marzo, come nel Monopoli, siamo tornati alla casella di partenza e cioè al “governo del Presidente” come aveva già annunciato il Presidente Mattarella, dopo il primo giro di consultazioni. Ieri mattina Mattarella ha ricevuto il prof. Carlo Cottarelli, conferendogli l’incarico di formare il Governo. La borsa è stata tutto il giorno in fibrillazione e lo spread ha superato quota 300. Tutto secondo norma. Il problema è capire perché è successo tutto questo. Domenica sera, in un tveet, l’avv. Fabrizio Ivaldo avanzava l’ipotesi che Salvini avesse volutamente cercato lo scontro con il Quirinale per andare a votare, sulla cresta dell’onda, in un momento favorevole per la Lega e di grande difficoltà per tutte le altre forze politiche. Infatti i partiti della sinistra sono ancora sotto shock con il PD che è sul punto di implodere, Liberi ed Uguali con la prospettiva, sempre più realistica, di non raggiungere la soglia del 3% ed il Movimento 5 Stelle che ha dato dimostrazione di non essere ancora maturo per essere considerato una forza di governo. Condivido l’analisi di Fabrizio. Anche Di Maio, re melius perpensa, ritengo si sia reso conto che Salvini ha strumentalizzato l’alleanza con i “grillini” per i propri fini personali: cioè con l’obbiettivo di essere, anche mediaticamente, considerato il leader di riferimento del centro-destra nella corsa per il voto anticipato, se, come sembra, un eventuale Governo Cottarelli non dovesse ottenere la fiducia del Parlamento. La settimana scorsa Maroni aveva dichiarato di avere parlato con Salvini che gli aveva chiesto alcuni consigli considerando la lunga esperienza di Maroni quale ministro dei governi Berlusconi, soprattutto al Ministero degli interni. Maroni, al cronista che lo intervistava, riferì di avere sottolineato a Salvini le difficoltà del Ministero con sede al Viminale e di avergli anche fornito un elemento di riflessione in ordine al fatto che data la delicatezza dell’incarico di Ministro degli interni, a suo avviso, detto incarico è incompatibile con la figura del Segretario nazionale di un Partito politico. Maroni ha detto, anche, di essersi dichiarato a disposizione di Salvini con la propria esperienza. Questo colloquio deve avere convinto Salvini che forse era meglio per lui e per la Lega tornare al voto quanto prima sfruttando l’onda dell’entusiasmo creato dalle vittorie nelle due elezioni regionali concomitanti con le politiche del 4 marzo. Di qui l’irrigidimento, irrazionale e non previsto fino a pochi giorni prima. Inoltre Salvini nei giorni scorsi ha rilasciato alcune interviste in cui si è contrapposto al Presidente della Repubblica, con toni ed atteggiamenti che in un politico esperto come Salvini non erano comprensibili se non guidate dal retropensiero di voler rompere, a tutti i costi. Su una cosa vorrei ancora esternare una riflessione. Lunedì 28 maggio, nel telegiornale delle 20 (come tutti i lunedì) la 7 ha trasmesso i sondaggi settimanali effettuati da SWG. La Lega è data al 27,5 %, per contro Forza Italia è data all’8% e Fratelli d’Italia circa al 3,6%. Il totale è, circa, il 39% cioè 1,5% in più del risultato del centro-destra del 4 marzo. Per contro i “5S” sono scesi (nel sondaggio) dal 32,3% al 29,5%. Con una perdita di circa 3 punti dal risultato del 4 marzo. Occorre ricordare che per governare, con una sufficiente tranquillità, occorre mettere assieme, almeno, il 45% dei voti validi. Il problema non detto ma presente nella mente di tutti i protagonisti e gli osservatori e che hanno capito sia Di Maio che Salvini è che l’unione di Lega e “5 Stelle” (in quale modo si vedrà) può raggiungere la maggioranza assoluta ed essere in grado di cambiare la Repubblica Italiana a cominciare dalla Costituzione. Perchè in questi quasi tre mesi, queste due forze politiche, hanno sperimentato la spartizione delle cariche istituzionali, hanno fatto un programma di governo e si sono divisi i ministeri secondo le vocazioni dei loro elettori. Non restava a loro altro che andare al governo del Paese e dividersi tutti gli incarichi che dipendono dal Governo. Era successo una sola vota nella storia della Repubblica italiana nelle elezioni del 1948 dove la Democrazia Cristiana si assicurò la maggioranza assoluta dei seggi. Ma la Democrazia Cristiana era un Partito di centro che conteneva la suo interno i contrappesi per stemperare le vocazioni assolutiste. Oggi sia la Lega che il Movimento 5Stelle non sono partiti che contengano al loro interno contrappesi: la Lega è un Partito personalistico che non ha ancora superato la struttura monocratica che si è trasmessa da Bossi a Maroni a Salvini per designazione dall’alto. Il Movimento 5 Stelle è un Movimento gestito da una struttura informatica che nessuno è in grado di controllare e dove esiste la figura dal “garante” che ha poteri assoluti e non deve rendere conto a nessuno. Comunque, la notizia della sera è che il Presidente incaricato Cottarelli, già alla presenza del Presidente della Repubblica, se ne è andato senza consegnare la lista dei Ministri e consentire la nascita del Governo. In compenso, su proposta del PD, cui si sono unite tutte le forze politiche presenti al Senato in una riunione con ordine del giorno già a suo tempo fissato, la data delle elezioni proposta al Presidente della Repubblica è stata unanimemente individuata in domenica 29 luglio prossimo. Ça suffit.

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