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POLITICA

APPUNTI E DISAPPUNTI

A quindici giorni dalla formazione del Governo giallo-verde è troppo presto per fare valutazioni di merito. Tuttavia i sondaggi, profusi quotidianamente e le valutazioni dei commentatori politici di tutta la stampa, manifestano uno stupore soddisfatto o preoccupato, a seconda delle varie opinioni politiche, per il gradimento delle azioni di Salvini che le proiezioni danno in irresistibile ascesa, mentre il Movimento 5 stelle è stazionario a – 3 punti percentuali dal risultato del 4 marzo e, probabilmente, penalizzato anche dalle risultanze della vicenda dello Stadio di Roma (il cui primo risultato è sono state le cessioni del portiere Allison al Real Madrid e del centrocampista Nainggolan all’Inter). Il centro destra (ormai più destra che centro, vista la caduta libera di Forza Italia) è ritenuto il raggruppamento largamente vincente in caso di prossime elezioni. Tutto questo grazie ad una comunicazione martellante ed avvincente messa in atto dal leader della Lega, Matteo Salvini, con la quale il neo Ministro degli Interni riesce a convincere gli Italiani di essere estremamente determinato e decisionista ed ottenere risultati che non erano neppure pensabili con i suoi predecessori. Vediamo un po’ quali sono i risultati ottenuti. 1°) Problema dei migranti: Salvini ha costretto la nave OGN “Acquarius” che aveva imbarcato circa 650 migranti che rischiavano di annegare in acque libiche, a fare rotta verso il porto spagnolo di Valencia (700 miglia più distante dalle coste italiane) avendo impedito che i naufraghi fossero sbarcati in un porto italiano. Bene: La Spagna si è fatta carico di un problema europeo! Nel frattempo quasi mille migranti sono sbarcati a Catania e ieri sera (19 giugno) la nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana ha sbarcato altri 522 naufraghi nel porto italiano di Pozzallo. Poichè Salvini è tutt’altro che scemo, ha inscenato la pantomima del censimento dei Rom affinché non si parlasse di questo secondo sbarco. Infatti a mezzogiorno ha detto “Sul censimento dei Rom io non mollo”. Salvo poi rettificare, dopo che il Presidente del Consiglio ha detto che quanto proposto da Salvini sarebbe un atto anticostituzionale, dicendo che, comunque, quella del censimento non è una priorità. 2°) Problema delle risorse economiche per le riforme promesse (da entrami i Partiti al Governo): ieri è passata sotto il più assordante dei silenzi la dichiarazione del Ministro dell’economia che ha detto, testualmente “…Gli interventi relativi alle riforme strutturali sulle quali il Governo è impegnato, sia dal lato fiscale, sia dal lato della spesa pubblica, andranno adeguatamente coperti. Sarà compito del quadro programmatico di finanza pubblica, che presenteremo a settembre, individuare le opportune coperture, nell’ambito della strategia complessiva di crescita e di finanza pubblica sopra delineate. Ogni proposta di riforma sarà attentamente articolata in considerazione dei suoi effetti sulla crescita, sull’equità e sulla dinamica di breve e lungo termine delle finanze pubbliche…”. Quindi flax tax e riforma della Legge Fornero, non ancora pervenute, è dubbio che possano pervenire in tempi, ragionevolmente, brevi. Intanto, zitto zitto, il Movimento 5 Stelle che in questi 15 giorni di governo è stato oscurato dall’attivismo frenetico di Salvini, sta emergendo come una forza molto responsabile, capace di fare programmi a lunga scadenza e con un senso dello Stato che è ignoto a Salvini. Sulla base di queste considerazioni può essere che la flessione registrata dai “grillini” nei più recenti sondaggi (peraltro abbastanza lieve) possa essere contenuta in questi limiti se non, forse, recuperata. A questo punto si impongono alcune considerazioni che, necessariamente, devono partire da quelle che Matteo Salvini considera le prospettive proprie e del governo giallo-verde. Oggi la Lega è data, nei sondaggi, vicina al 30%. Consideriamo che il dato sia reale. Forza Italia e data poco sopra al 9% e Fratelli d’Italia meno del 5%. Con questi dati il centro destra unito si colloca, intorno al 44% (sette punti più del 4 marzo). In un sistema proporzionale, come quello oggi in vigore, questa percentuale non è sufficiente a garantire una maggioranza sicura nei due rami del Parlamento. Nè si può pensare che oggi, con questi sondaggi, si possa trovare nel Parlamento una maggioranza per modificare una legge elettorale che preveda un premio di maggioranza al Partito o alla coalizione che prenda più voti. Inoltre i sondaggi odierni danno il M5Stelle al 29%, abbondante, il PD al 19%, scarso. Il che porta queste due forze politiche al 48%. Cioè quattro punti percentuali sopra il centro destra, mentre il 4 marzo la somma fra M5Stelle e PD era superiore al 50%, circa 14 punti superiore al centro-destra. Cioè la Lega ( nei sondaggi) oggi è 13 punti oltre il risultato del 4 marzo; di questi 13 punti 6 provengono da Forza Italia e gli altri 7 provengono parte nell’ambito delle formazioni che si erano presentate con il centro destra o, parte (poca), dai “5 Stelle”. Ricordo che il Governo giallo-verde è nato per l’indisponibilità del PD a formare un Governo con i “grillini”, i quali, essendo il Partito di maggioranza relativa, hanno gestito le trattative in modo assolutamente dilettantesco, trattando prima con Salvini e poi facendo finta di trattare col PD per portare Di Maio alla Presidenza del Consiglio. Cosa non riuscita perché il gioco era troppo scoperto. Tuttavia, poiché dagli errori imparano anche i più sprovveduti, non è detto che, in futuro, le condizioni per un Governo diverso da quello giallo-verde non possano essere più concrete. La formazione di un Governo più orientato a sinistra (che potrebbe anche nascere senza necessariamente andare a votare) farebbe esplodere il centro destra, anche perché Forza Italia imploderebbe e lo scenario delle prossime elezioni politiche sarebbe molto diverso. Inoltre il Movimento “5 Stelle”, dopo avere provato l’ebbrezza del potere, sarebbe meno rigido nei difendere la propria verginità (peraltro già abbondantemente persa da quello che si scopre dalle indagini in corso a Roma) ed un contratto di governo con il PD (che non è Partito capace di fare una opposizione efficace) consentirebbe loro di essere promossi come la forza di riferimento del nuovo governo atteso che a sinistra (ad oggi) non ci sono politici ruspanti del calibro di Salvini e, soprattutto non c’è una linea politica credibile di fronte alle nuove impellenti richieste degli elettori.

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