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Appunti e disappunti

Nella settimana scorsa sono successe alcune cose che potranno incidere in modo notevole sul futuro dell’Europa e sul nostro di italiani. Cercherò di farne una breve sintesi.
1) Italia : Venerdì è deflagrata la notizia di una convocazione straordinaria ed urgente dei Consigli di Amministrazione di FCA (Fiat Chrysler Automobiles), di Ferrari s.p.a e di Cnh Industrial. Oggetto della riunione era la sostituzione di Sergio Marchionne nei propri incarichi aziendali per ragioni d salute. Sergio Marchionne ricopriva i seguenti incarichi: era Amministratore delegato (Ceo – Chief executive officier – come dicono i fighetti che vogliono far sapere che conoscono l’inglese), di FCA; Presidente ed Amministratore delegato di Ferrari Spa; Presidente di CNH Industrial. Nella riunione dei sopraddetti c.d.a. si è preso, preliminarmente, atto che le condizioni di salute di Sergio Marchionne si erano repentinamente e seriamente aggravate tanto da mettere in dubbio la possibilità che il manager italo-canadese, possa riprendersi e continuare a lavorare. Quindi Sergio Marchionne è stato sostituito con Mike Manley nell’incarico di Amministratore delegato di Fca, mantenendo John Elkann quale Presidente di questa azienda. In Ferrari John Elkann ha assunto l’incarco di Presidente e Louis Carey Camilleri è diventato amministratore delegato. Infine in CNH Industrial il nuovo presidente è Suzanne Heywood. Sono sostituzioni interne che hanno una loro logica essendo Manley responsabile del marchio Jeep. Camilleri , nuovo a.d. di Ferrari spa, era stato voluto in Ferrari da Marchionne, ed era divenuto il Presidente (incarico non esecutivo) del c.d.a. Ferrari ed era, inoltre, numero uno di Phillip Morris. Queste scelte hanno provocato un primo scossone con le dimissioni rassegnate ieri da Alfredo Altavilla, responsabile per l’ Europa di FCA ed unico italiano rimasto nel novero dei dirigenti apicali del gruppo. Si vocifera che anche in casa Agnelli non si sia molto contenti delle soluzioni adottate. Pare che Lapo Elkann, fratello minore di John, (entrambi sono figli di Alain Elkann e Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli e Marella Caracciolo) si aspettasse un ruolo maggiore all’interno del gruppo. Vederemo cosa succederà, anche perché non è facile sostituire all’improvviso un uomo come Sergio Marchionne, tanto più senza passaggio di consegne. Su Sergio Marchionne oggi non voglio scrivere niente, intanto perché qualunque cosa scrivessi suonerebbe come un epitaffio e non voglio darlo per defunto prima che lo decida il Padreterno e poi per rispetto della volontà della famiglia che non vuole siano diffuse le notizie sulla sua salute. Avremo tempo di ricordarlo in altro momento, quando la sua vicenda sarà conclusa. Mi auguro e spero ancora, positivamente.
2) Spagna: Alcuni giorni or sono la Corte d’appello tedesca ha deciso che l’ex presidente della Catalogna, Charles Puigdemont, può essere estradato in Spagna per il reato di malversazione. Non per quello di alto tradimento e ribellione che in Germania non sono previsti dalla legge penale come reati. Ovviamente, una volta che Puigdemont fosse consegnato alle autorità spagnole, in Spagna i reati di ribellione e tradimento possono essere contestati e, quindi, l‘ex presidente catalano rischia 25 anni di carcere. Se sarà estradato in Spagna, Puigdemont, troverà un Paese diverso da quello che aveva lasciato circa 10 mesi fa. Intanto il suo acerrimo nemico Mariano Rajoy non è più il premier della Spagna, essendo stato sfiduciato dal Parlamento spagnolo, che ha poi eletto premier Pedro Sanchez del PSOE (il partito socialista spagnolo). Il quale, come unico atto di generosità nei confronti dei politici accusati degli stessi reati di Puigdemont e che sono stati arrestati in Spagna, ha disposto che essi siano tradotti in carceri non lontane da casa in modo che i famigliari possano vederli più agevolmente. Nel frattempo Quim Torra è diventato il nuovo presidente della Generalitad de Catalunya.. Torra è un fedelissimo di Puigemont, tuttavia governa tranquillamente la Catalogna ed ha aperto una trattativa con Sanchez per ottenere alcune concessioni e di indipendenza non se ne parla più. Vedremo gli sviluppi e sono curioso di vedere se il rivoluzionario Charles avrà il coraggio di tornare in Spagna o se continuerà a fare l’esule a pagamento.
3) Inghilterra: La settimana scorsa David Davis, ministro per la Brexit del governo presieduto da Theresa May, ha presentato le dimissioni essendo in dissenso con la proposta di accordo con la UE fatta approvare dal premier May dal parlamento inglese. Davis ritiene che siano state fatte troppe concessioni alla UE. Dopo Davis, con le medesime motivazioni, si è dimesso anche il ministro degli esteri (amico di Trump) Boris Johnson. La May ha sostituito Johnson con Jeremy Hunt e Davis con Dominic Raab. Successivamente ha incontrato i parlamentari del suo partito (il Partito Conservatore) e ha constatato che non solo non ci sono 150 parlamentari conservatori per il voto di sfiducia nei suoi confronti, ma, pare, che neppure ci siano 48 voti per chiedere che venga messa in votazione una mozioni di sfiducia. La Brexit è sempre più un’operazione in perdita secca per il Regno Unito. David Carretta su “Il foglio” di venerdì 20 luglio scorso scrisse che il Fondo Monetario Internazionale stima la perdita per l’Unione Europea (in caso di uscita senza accordo) nel 1,5% del Pil per almeno dieci anni. Per l’Irlanda sarebbe il 4% e per l’Inghilterra le prime stime si collocano molto sopra il 4% dell’Irlanda. A settembre ne sapremo di più, ma entro ottobre prossimo dovrà essere trovato un accordo, altrimenti non ci saranno più i tempi tecnici per approvarne uno e sarà Brexit senza accordo.

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