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ATTUALITÀ

ART CHETJ E DEMI CANEPA, ACCOPPIATA DA NON PERDERE

di Giorgio Siri

Espongono al Circolo degli artisti di Varazze,sino a domenica 20 novembre Caterina, in arte Art Chetj e la mamma Demi Canepa, Varazzine, a casa loro pertanto, in questo interessante ambiente, nel cuore del centro storico di Varazze.

Caterina Galleano si conferma abile ritrattista o, comunque, appassionata della figura umana e, coerentemente, ripropone, in modo estemporaneo ma sempre efficace, i valori dell’espressività e del quadro “dal vivo”. I suoi personaggi, spesso reali, a volte di fantasia, richiamano, in modo accattivante, figure ritratte del passato. Dalla ballerina alle bambine, colte in atteggiamenti immediati e spontanei, respiriamo un soffio di Degas, dell’impressionismo, dal naturalismo di certa pittura americana che, sebbene non abbastanza nota, ha proseguito la tendenza figurativa, impressionista e naturalista, e che, anzi, sembra una fonte di ispirazione, non voluta ma idealmente corrispondente, per la pittura di Caterina. Un esplicito omaggio a Degas, in un profilo d’”antan” di una ragazza con l’ombrellino, ad evidenziare ancora l’ambientazione, di apparenza datata, a lei cara. Una bambina in un istantaneo atteggiamento di attenzione infantile, una giovane mamma con un bimbo in braccio, un anziano accucciato, che ricorda la posa di certi personaggi di Vincenzo Gemito, stavolta, e che Caterina ci rivela essere tratto da una fotografia del nonno, attestano una vena, sempre presente, di sensibilità e di poeticità che porta l’autrice a preferire gli atteggiamenti intimistici, sentimentali, sulla scia di un descrittivismo che, quando invece rivolto al paesaggio od agli interni, ne fa l’attenta pittrice di nature morte, di marine , di animali, per cui altrettanto la conosciamo e che non mancano nelle rassegna, nel contesto della quale vogliamo porre l’attenzione su due vedute di mareggiata che hanno qualche attinenza coi marosi che si osservano nei lavori che, in altro contesto, Stefano Pachì, negli stessi giorni,espone ad Albissola, al Pozzo Garitta, richiamando, per entrambi, i flutti agitati di paesaggisti liguri come Giuseppe Arigliano o Giacomo Linari .

Demi Canepa, di cui si leggono, su fogli stesi fra un quadro e l’altro, i testi poetici ispirati ad una freschezza e ad una spontaneità che, della poesia, costituiscono il sostrato d’origine, ci sorprende, nella presente occasione, lei, di solito più “avanguardista” della figlia, con dei fondali marini un po’ “naif”, affollati da pesci di fantasia con colorazioni evocative, comunque, del mondo ittico nei suoi aspetti evidenti, vividi. Siamo immersi, nel vero senso della parola, in un’atmosfera un po’ fatata, che potremmo situare fra le “acciughe” di Bernat ed i pesci di Giannotti. Sempre sottolineando, di Demi Canepa, la genialità immediata, l’amore per il colore, il desiderio incontenibile di esprimersi. Di Demi sono pure in esposizione alcune delle composizioni astratte che lei trae, ingegnosamente, quali “variazioni”, da un tema figurativo.

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