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Calciando in rete – La lezione di una leggenda del calcio : non è forte chi non cade

La parabola di Lionello Manfredonia ( ex di Lazio, Juventus e Roma negli anni ottanta) è ripartita recentemente da Vicenza, società nella quale aveva lavorato per alcune stagioni, tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila.Durante la sua partecipazione diretta al Torneo Internazionale di Calcio Giovanile 6° Memorial Giacomo Comparato svoltosi a Carcare dal 28 Aprile al 1° Maggio 2018 (in cui i veneti si sono classificati terzi perdendo solo contro il  primatista Genoa), se ne sono potute apprezzare le qualità sportive ed umane. Questo mi ha indotto ad omaggiarlo come merita, riproponendo le sue gesta e dando il risalto dovuto alla sua attuale occupazione. Lionello Manfredonia (Roma, 27 novembre 1956) è infatti un apprezzato dirigente sportivo e viene ricordato tutt’oggi per essere stato in passato un ottimo calciatore italiano, di ruolo difensore prima e centrocampista dopo. Cresciuto nella Lazio, esordì in massima serie il 2 novembre 1975 contro il Bologna poi titolare dall’anno successivo. Dopo essere stato coinvolto nello Scandalo italiano del calcio scommesse del 1980, a seguito del quale fu squalificato per tre anni e sei mesi, rientrò a giocare sempre nella Lazio, all’epoca in Serie B, nell’autunno 1982, per il condono di due anni deliberato dalla FIGC dopo il successo della Nazionale italiana al Campionato mondiale di calcio 1982. Manfredonia fu reimpostato come mediano incontrista e la Lazio riuscì a risalire nella massima serie. Nel 1985, al termine del campionato che determinò una nuova retrocessione per i biancocelesti, Manfredonia passò alla Juventus, con cui vinse una Coppa Intercontinentale nel 1985 e uno scudetto nel 1986. Nel 1987 passò alla Roma per 3 miliardi di lire e fu contestato dai nuovi tifosi per il suo passato con la maglia biancoceleste. In Curva Sud si formò una componente di tifosi organizzata contro di lui, il Gruppo Anti-Manfredonia. Chiuse la carriera dopo che, il 30 dicembre 1989, nel corso di una gara contro il Bologna (e con temperatura di 5 gradi sottozero) si accasciò a terra, vittima di un arresto cardiaco. Fu Bruno Giordano, compagno di squadra ai tempi della Lazio e quel giorno avversario rossoblù, ad accorrere per primo per prestargli soccorso. Successivamente Manfredonia si riprese completamente ma fu costretto ad abbandonare l’attività agonistica a soli 33 anni.In carriera ha totalizzato complessivamente 289 presenze e 15 reti in Serie A e 36 presenze e 4 reti in Serie B. In Nazionale dopo 11 partite con la Under-21, il 3 dicembre 1977 esordì con la squadra maggiore contro il Lussemburgo, venendo poi convocato per il Mondiale del 1978. Dopo quella competizione terminò la sua esperienza con la Nazionale. Finita la militanza da calciatore, è rimasto nel mondo del calcio lavorando come direttore sportivo per Cosenza, Cagliari, Vicenza ed Ascoli. Poi la scelta di diventare manager, diventando dal 2004 agente FIFA. Dal luglio 2015 all’agosto 2017 è stato responsabile del settore giovanile del Brescia. Il 19 settembre 2017 è stato assunto dal Vicenza con lo stesso incarico subentrando a Gianluca Presicci. Lionello è stato uno dei primi calciatori a conseguire la laurea segno che pensava già al suo futuro dopo il calcio e se viene interpellato sull’argomento dichiara la sua fortuna di avere due genitori splendidi che lo hanno sempre consigliato nel migliore dei modi e per i quali la scuola e lo studio venivano prima del pallone. Se gli si chiede se ci sia al momento un calciatore nel quale si riveda per temperamento e caratteristiche tecniche risponde che Il calcio di oggi è di gran lunga diverso da quello di una volta, molto più fisico, meno tecnico e che pertanto è davvero difficile fare paragoni. Suo figlio Andrea (classe 1988) è nato a Roma e naturalmente ha sempre vissuto a stretto contatto con il mondo del calcio cercando di seguire le orme del padre. Con tenacia e decisione è riuscito a farsi conoscere andando contro i pregiudizi solitamente legati ai figli d’arte. Oggi, infatti, lavora come procuratore sportivo negoziando per conto di diversi atleti contratti con le società sportive. Il suo nome, dopo il matrimonio con l’attrice italiana Martina Stella, l’ha investito di un’improvvisa e travolgente popolarità.

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