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Calcio, Amedeo Di Latte racconta come si gestisce una “macchina perfetta”.

Senza dubbio, la squadra più difficile da allenare negli ultimi due campionati di Terza e Seconda Categoria è stata l’Alassio F.C.

Non nego che sembra paradossale. ma gestire un gruppo che “fisiologicamente”, data la caratura dell’organico, stravince ogni partita (eccezion fatta per l’intoppo del “Mazzucco”) è un compito tutt’altro che semplice. Bisogna toccare le corde giuste per motivare a dovere i ragazzi a seguire determinate linee di gioco e a far svolgere gli allenamenti con la giusta tensione. Per fare questo un rimborso spese non basta perché, come già detto, per l’Alassio vincere non è stato un problema.

Per queste ragioni, oltre ad un parere sul match di domenica scorsa, abbiamo chiesto a mister Di Latte un commento sulla gestione di un gruppo “anomalo” che potrà essere spunto di riflessione per altri mister.

  • Cinque reti fatte e zero subite, come commenta l’esordio stagionale contro l’Altarese?
  • “I ragazzi ci tenevano a iniziare con il piede giusto. Nel primo tempo eravamo un po’ contratti psicologicamente, ma, nonostante questo, abbiamo avuto oltre al goal tre nitide occasioni da rete, colpendo anche una traversa con Gandolfo. L’Altarese è stata quella che mi aspettavo: ben organizzata tatticamente e attenta a chiudere gli spazi per cercare di sfruttare le ripartenze. Mi complimento con i miei ragazzi per la prestazione offerta nel secondo tempo dove hanno cercato di trovare attraverso il gioco le soluzioni migliori per portare a casa i tre punti. Oltre alla stupenda punizione di Piazza, che ha messo al sicuro la gara, sia la rete di Gandolfo sia la doppietta di Ferrotti sono nati da ottime trame: Grande e Montalto hanno regalato ai nostri tifosi giocate di qualità”.
  • Quali sono le difficoltà che si incontrano nel gestire una squadra come l’Alassio?
  • “Quando il presidente Vincenzi mi chiamò per parlarmi del suo progetto e dei traguardi che voleva raggiungere, ci misi poco ad accettare nonostante proposte dall’Eccellenza e dalla Promozione. Per me, che sono nato nella città del Muretto, allenare l’Alassio f.c è motivo di orgoglio. Non mi interessava la categoria, ma una programmazione importante e seria come quella del Presidente. La società mi ha dato la possibilità di allestire una rosa forte, nel farlo ho messo al primo posto le persone e poi i giocatori, è quello che ho sempre desiderato. Venendo al punto, per guidare un gruppo come quello che ho a disposizione ci vuole prima di tutto professionalità, tuttavia penso che sia fondamentale rimanere se stessi. Bisogna meritarsi la stima dei giocatori facendogli capire che è fondamentale divertirsi seriamente e che la differenza la fanno il rispetto delle regole, la disponibilità e il volersi migliorare con umiltà… a qualsiasi età!”.

Michael Traman

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