Sono tante le analogie tra un allenatore di calcio ed un regista. Entrambi, infatti, devono gestire contemporaneamente individui con capacità, attitudini, esigenze e debolezze diverse e cercare non solo di farli coesistere, ma anche di creare una sinergia che possa dar vita ad una squadra vera e propria nel primo caso e a un film nel secondo.
Da ormai sette anni, la regia del Valleggia è nelle mani di Fabio Musso (da tre stagioni affiancato da mister Ceraolo), cosa più unica che rara nel panorama calcistico, e proprio il mister dei “purples” si è messo nei panni di un regista e ha provato a descrivere in primo luogo il “set”, ovvero l’ambiente Valleggia, e a girare il “trailer” dei suoi primi sette anni.
- Come definiresti il Valleggia? Che cosa rappresenta per te?
- “L’ambiente del Valleggia è quello di un gruppo di amici che condividono un obiettivo sportivo. Ho potuto costruire fin dall’inizio un’ esperienza che fosse direttamente collegata al mio modo di vedere lo sport e di maturare relazioni umane. Il presidente Landucci prima e il presidente Scappatura oggi, insieme a tutta la società, mi hanno permesso di continuare a costruire la squadra basandomi su quelle che reputo prerogative indispensabili. Per me, il Valleggia rappresenta una vera e propria esperienza di vita, che continua grazie al rapporto indissolubile che ho creato con i ragazzi”.
- Se dovessi girare un trailer di tutti questi anni, quali sono quattro momenti che inseriresti?
- “Di momenti indimenticabili a volte molto divertenti, a volte anche difficili ne conto davvero molti, a doverne scegliere solo quattro direi sicuramente la vittoria contro la Val Prino che sancì la conquista del campionato di Terza e la conseguente promozione in Seconda. Un partita epica è stata quella al Riva con l’Albenga dove conquistammo un pareggio difendendoci per 95 minuti nella nostra area di rigore. Aggiungo a questi due la vittoria contro il Borghetto lo scorso anno nella semifinale Playoff e per ultimi ma non meno importanti gli innumerevoli momenti di condivisione, le risate, le cene e gli allenamenti gioiosi che sono la vera ricchezza del Valleggia”.