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CULTURA

Cantare e portare la Croce, quattro cori a Feglino

Corale Polifonica CelleseDomani tappa a Feglino per “Cantare e portare la Croce”. Undici cori, la grande squadra della vocalità della nostra diocesi è scesa in campo per la quinta edizione dell’evento promosso dal Priorato diocesano delle Confraternite col Coordinamento diocesano delle corali e la Diocesi di Savona-Noli e col patrocinio della Provincia di Savona e dei Comuni di Savona, Celle Ligure, Orco Feglino, Finale Ligure. Dopo i primi due positivi appuntamenti a Savona e Celle, si va a Feglino, nell’oratorio dei santi Carlo e Bernardo con la Polifonica Cellese, il “Città di Albisola Superiore”, il “Guido d’Arezzo” di Carcare e il “San Pietro” di Savona. Le serate (a ingresso libero e sempre con inizio alle 21) sono tutte di venerdì a sottolineare l’impegno penitenziale delle confraternite. Infine, domenica, il Convegno diocesano delle corali in san Biagio a Finalborgo, alla presenza del vescovo Vittorio Lupi che afferma: “Cantare e portare la Croce” sa unire ed esaltare due espressioni di fede che da secoli contraddistinguono la nostra Chiesa, in particolare quella savonese: cori e confraternite – afferma il vescovo Lupi – rinnovo il mio plauso alla felice sinergia tra queste due importanti realtà”. “Un connubio meraviglioso: cori e confraternite – aggiunge il priore diocesano delle confraternite Milly Venturino – la sacralità della musica, capace di elevare il nostro spirito, si sposa con le bellezze artistiche, con i gioielli preziosi custoditi nei nostri oratori”. “La forza dell’amicizia nella diversità è da ben cinque edizioni formula vincente di una manifestazione che ormai è una realtà apprezzata e consolidata – spiega il direttore artistico Marco Gervino – si è giunti al lustro grazie al grande successo degli anni scorsi: l’entusiasmo continua a crescere e ogni maggio si ricompone questo bellissimo puzzle di note, di cuori, di luoghi, di preghiere che coinvolge tutto il territorio savonese”. La scorsa edizione ha visto infatti tutti gli oratori gremiti all’inverosimile, tanto che a Gameragna si è dovuto “traslocare” nella vicina chiesa e pure quella ha avuto difficoltà a contenere il numeroso pubblico.

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