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Carlos Carlè, poeta della materia

carlos carlèE’ scomparso la scorsa settimana, all’età di 87 anni, lo scultore e ceramista Carlos Carlè. Molto legato alla Albisole, alla nostra tradizione della ceramica, era nato il 28 luglio 1928 in Argentina, ad Oncativo, nella regione di Cordoba; la famiglia paterna, dall’originario cognome di Carle, era di Barge, in Piemonte. Il suo rapporto con l’arte iniziò nella fabbrica di mattoni refrattari del padre, perché Carlè è stato un lettore unico delle pulsazioni della materia, proprio dalle fusioni di fabbrica ha iniziato il suo percorso! Il suo gres tormentato, spaccato, crepato, non è inerte accumulo materiale ma vivida scaturigine, che si esterna in tipiche colorazioni dalle apparenze metalliche; linguaggio della terra, nel vero senso della parola, perché Carlè sapeva penetrare nel mondo inorganico e trarre da esso un’espressività fantastica! L’artista giunse presto in Europa, dove soggiornò in Francia, Germania, Olanda, Danimarca, Belgio, Cecoslovacchia ed approdò a Vietri sul Mare e nella nostra Albissola, dove si stabilì definitivamente nel 1973, senza interrompere i contatti con la nativa Argentina, dove più volte espose e dove fece parte di istituzione culturali. Nella sua straordinaria capacità di evocare, dalla materia, un’anima che vi era racchiusa e che poteva divenire oggetto di rappresentazione artistica, Carlè ha saputo attuare un affascinante legame con l’espressività ancestrale dei menhir e dei totem, con le antiche croci irlandesi, con architetture moresche e, in modo significativo, sono inequivocabili le allusioni ai reperti archeologici delle antiche civiltà sudamericane; il grande pannello che Carlè realizzò per il sottopassaggio della Passeggiata degli Artisti di Albissola Marina costituisce, di tale reminiscenza precolombiana, eloquente richiamo. E’ scomparso così un “poeta della materia”, che ben ha interpretato e rappresentato il sentire delle istanze e delle tensioni dell’Arte contemporanea e del resto le spaccature, le esplosioni, le concrezioni della sua materia plasmata richiamano Burri o Fontana, i suoi pannelli ricordano Antoni Tapies, il pittore spagnolo dei grandi “muri”, senza dimenticare un segno dei grandi artisti sudamericani. Una interessante mostra del maestro, l’ultima forse di una certa importanza, si era svolta ad Albissola, nel 2013, presso il pozzo Garitta e la Galleria “Il Bostrico”; ancora più recentemente, a novembre scorso, presso l’Atelier Gulli di Savona, aveva esposto insieme con Laura Vegas. Entrambe le manifestazioni erano state riprese dal nostro periodico. Del maestro, cui un omaggio sentito è stato tributato da parte di autorità, di esponenti della cultura e dell’informazione ma anche di comuni cittadini, si è letto di un carattere dolce e gentile, di una presenza semplice ed umile. La forza della sua arte non abbisognava di nessun proclama e di nessuna esibizione! Una sua affermazione è da citare, però, come viatico per accostarsi alla sua opera: “ Il ceramista ha il privilegio di creare la materia con cui lavorare, secondo la varietà degli impasti di terra, refrattario, colore, ossidi. Le mie opere oscillano tra istinto e ragione, tra razionalità e materia organica”.

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