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Causa trentennale sostenuta dal Comune di Varazze per niente

Trent’anni di spese condominiali cointestate, una decina di procedimenti giudiziari, persino un ricorso in Cassazione. Tutto pare finalmente finito, con un verbale di conciliazione cui si è addivenuti dopo che nel febbraio scorso la vicenda era approdata sul tavolo dei mediatori della Camera di Commercio di Savona. Comune di Varazze e Comprensorio dei Piani d’Invrea, complesso condominiale amministrato dal geometra Pier Giorgio Schirru di Savona, hanno trovato un accordo di transazione. Aspetto fondamentale della soluzione è l’intesa raggiunta sull’attribuzione della quota di proprietà in capo al Comune: 51,7 millesimi, che comprendono tra il parcheggio della Baia del Corvo e un terreno nei pressi del condominio Giardini del Beigua. Quota che l’Amministrazione civica non aveva mai voluto riconoscere, a partire dal 1988, rispedendo al mittente le richieste annuali di pagamento delle rate condominiali.

La prima sentenza è dell’agosto 2006, quando il Tribunale di Savona, respinta ogni altra istanza, accoglieva quella del Comprensorio dei Piani d’Invrea, con la quale si chiedeva che il Comune fosse tenuto, “quale comunista comprensoriale, a partecipare alla ripartizione delle spese di gestione” per la parte di competenza, escludendo quelle relative alla manutenzione delle strade.Il Comune di Varazze, non per essersi sentito dare del “comunista” , aveva impugnato tale sentenza, da cui provennero altri otto procedimenti giudiziari, conclusi in tre casi con sentenze più o meno definitive, in un caso con una sentenza parziale e in quattro casi tuttora “sub judice”, compreso il ricorso del Comune in Cassazione. Nel 2012, il Comprensorio si era visto riconoscere dal Tribunale un credito di 240 mila euro, accumulato negli anni. Ma, contro la sentenza la giunta municipale aveva presentato ricorso, ottenendo la sospensione dell’esecutività del provvedimento. In attesa che venisse definita con chiarezza la ripartizione millesimale, erano pervenute altre annualità da pagare ed erano stati aperti nuovi relativi contenziosi.

L’intesa ora raggiunta prevede il versamento al Comprensorio di 264 mila euro, sintesi di calcoli complessi che hanno dovuto tenere conto di interessi, cambio della moneta, onorari da pagare agli avvocati, compensi per i consulenti di parte e d’ufficio. Ovvio che si perverrà all’abbandono di tutti i procedimenti legali, con non pochi risparmi e ci si sarebbe potuti arrivare molto prima e risparmiare ancora di più: trent’anni per una simile problematica sono veramente tanti!

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