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Curiosando qua e là

“Curiosando qua e là…”

Maida Buggio

L’albero di Natale è insieme al Presepe, una delle tradizioni più diffuse la cui nascita avvenne a Tallinn, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Anche la città di Riga (in Lettonia) è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale: vi si trova infatti una targa scritta in otto lingue, secondo cui il “primo albero di capodanno” fu addobbato in questa città nel 1510. Nella famosa opera “I dolori del giovane Werther” l’albero di Natale compare per la prima volta anche nella grande letteratura, Johann Wolfgang Goethe, pur non essendo propriamente di fede cattolica o protestante, amava moltissimo questa usanza e grazie a lui l’albero si impose a Weimar che era il centro culturale dell’epoca. Anche i romantici che cercavano di valorizzare le tradizioni popolari non potevano non apprezzare questa antica usanza. Per molto tempo, la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi. All’inizio, i cattolici la consideravano un’usanza protestante e solo nel ‘900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. La prima persona, in Italia ad addobbare un albero natalizio, fu la regina Margherita nella seconda metà dell’ottocento al Quirinale e, da lei, si diffuse velocemente questa nuova tradizione in tutto il paese. Dal dopoguerra l’albero di Natale è entrato nelle nostre case, diventando uno dei momenti più aggreganti per le famiglie, dove grandi e piccini si riuniscono per addobbarlo. In alcuni paesi è usanza, ancora oggi, fare una “gara” per votare l’albero più bello! La scelta dell’abete come albero di Natale, ha un significato ben preciso: esso è sempre verde e rigoglioso quando le altre piante sono spoglie e sembrano morte, rappresenta la vita eterna e la speranza del ritorno alla vita. Con il passare degli anni, molte tradizioni natalizie sono cambiate e alcune sono quasi sparite, come ad esempio la recitazione di poesie natalizie da parte dei bambini, il cantare insieme le canzoni di natale, il “Wunschzettel”, un biglietto che i bambini dovevano inviare a Babbo Natale o Gesù Bambino – a seconda della regione della Germania – elencando i regali desiderati, la preparazione in famiglia dei dolci tipici di Natale, etc.). La domanda principale di Natale spesso non è più: “Come rendiamo felice il nostro prossimo?”, ma piuttosto: “Quanto possiamo spendere quest’anno?”. Ma l’albero ha resistito, anzi, ha rafforzato la sua posizione, ormai sembra proprio lui il vero simbolo di Natale. Si sono sviluppate anche delle nuove usanze: sono nati i mercatini Natalizi belli e accoglienti, che si stanno diffondendo ormai in molti altri paesi. E l’albero, molte volte, non è più l’abete, ma un sostituto artificiale, più o meno verosimile, le candele di cera sono diventate delle luci elettriche e la frutta secca o fresca, è stata sostituita da decorazioni luccicanti.

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