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CULTURA

Farfa, futurista leggero

farfaVittorio Osvaldo Tommasini, in Arte Farfa, (Trieste, 1879 – Sanremo, 1964) poeta, pittore, fotografo, facente parte della famiglia futurista, apprezzato moltissimo da Marinetti, il fondatore del movimento, operò a Torino, Savona, Albissola; cadde poi nell’oblio, prima di venir riscoperto da intellettuali appassionati e da artisti e, l’abbiamo appreso soprattutto nella serata del 25 ottobre scorso presso le ceramiche San Giorgio di Albissola, fu molto legato al nostro centro della ceramica ed alla bottega di Giovanni Poggi che, a quanto pare, sta apparendo una vera memoria storica degli anni d’oro delle Albisole, per i legami artistici ed umani che intrattenne con i più illustri ospiti dell’Albissola artistica, primi fra tutti Jorn e Lam, ma anche Farfa che, nella poesia “Fustigazione”, abbozzò, con le parole, uno straordinario ritratto della bottega San Giorgio, dell’attività che vi si svolgeva, dei personaggi che vi agivano, primo fra tutti lo steso Poggi, che viene citato, intento all’opera….. Sono stati trovati, a quanto pare, sacchi ricolmi delle poesie di Farfa da una nipote, Simona Verardini Prendiparte che, qualche anno fa’, cominciò a riordinare i materiali documentari da lui lasciati, tra cui numerose cartoline ricevute da pittori e scrittori, non solo futuristi.

Farfa, il “Miliardario della Fantasia”, secondo una definizione data di se stesso in una sua raccolta di poesie: “Noi, Miliardario della Fantasia” , appare, per il “non-sense”, le trovate bizzarre, la stravaganza dell’espressione, legato ed ispirato, oltre e forse più che ai proclami futuristi, al movimento del “dadaismo”, così come testimoniano anche le sue adesioni alle “scuole” della “patafisica”, la”scienza delle soluzioni immaginarie”, pensata dallo scrittore Alfred Jarry, l’autore del celebre”Ubu Roi”.

Farfa, che si diede tale pseudonimo, a quanto pare, dalla troncatura della parola “farfalla”, lui che non era, fisicamente, per nulla “aereo e leggero”, quanto lo era invece come artista, è forse prima di tutto un poeta; approda poi alla pittura, forse, per dare compiutezza al suo pensiero, per trovare qualcosa che mancava ad esprimere il suo messaggio; le sue “cartopitture”, opera centrale della produzione figurativa, non sono meno segnate dallo “humour”e dalla vena surrealista che ne caratterizzano i versi.

Anche Farfa approdò poi ad Albissola; come Fontana, Lam, Jorn, Sassu…quante illustri personalità convenivano ad Albisola al tempo dei Mazzotti e della grande stagione creativa ed anche Farfa, alla fine, venne qui e, dopo essere stato pittore, si dedicò anche alla ceramica. E’ il suo ultimo periodo…era quasi ottantenne quando, in “Fustigazione”, il componimento già citato, dichiara: “…sono un ceramista”, alle cinque del mattino del 6 giugno 1959…e fu Giovanni poggi a fargli da padrino. Prima di venire da noi al mare, Farfa frequentò e si rifugiò anche nelle solitudini alpestri; ho letto di sue presenze a Valtournanche, dove abitava in un eremo dove sorgevano poche baite! Morì il 20 luglio 1964, a Sanremo, dopo essere stato investito da un’autovettura, di cui probabilmente non si era accorto a causa della incredibile miopia di cui soffriva e che non voleva correggere, come viene attestato da più voci! Una morte, mi si consenta dire, e non è irriverenza, “dadaista”, “surrealista”, come forse lui l’ avrebbe descritta in qualche sua poesia, come forse ci avrebbe scherzato su, pensando alla sua fine!

Nella vetrina delle Ceramiche San Giorgio erano esposti due suoi piatti, due opere interessanti, dal segno richiamante appunto qualcosa del dadaismo, qualcosa presente nelle “cartopitture”.

Il professor Marzinot, presente alla serata ed ospite d’onore, ha messo in luce aspetti biografici e ricordi di questo originale artista, Poggi lo ha ricordato, oltreche pittore e ceramista, come una persona di straordinaria simpatia ed umorismo, la dottoressa Poggi, nipote di lui, ne ha inquadrato la personalità artistica. Una menzione speciale a parte merita l’intervento dell’attore Alessandro Sorrentino che, con vero brio “futurista” e “dadaista”, con non comune partecipata interpretazione, ha letto una biografia trasfigurata dell’artista ed alcuni componimenti, tra cui appunto “Fustigazione”, per la recitazione della quale gli è stato richiesto un bis! E’ stato il tocco di classe che ha lasciato una particolare impronta e che era necessario nel ricordo del pittore e, soprattutto, del poeta che era stato in origine!

Giorgio Siri

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