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GIANNI PASCOLI, PITTORE INVITANTE…

Conclusione domenica 19 marzo, al Pozzo Garitta, Circolo degli Artisti, ad Albissola Marina, per la mostra di Gianni Pascoli, pittore…invitante, per il fascino particolari dei suoi oli trasparenti, simili ad acquerelli, e sorprendente perché, pur nella vocazione estemporanea, dal vivo, come egli stesso attesta, lascia all’osservatore più di un interrogativo, più di un dubbio, più di un riflessione. Per comprendere questo artista non è superflua qualche nota biografica. “Ho origini friulane, terra che amo molto, così come la Liguria, dove sono nato,vivo e lavoro. Amo dipingere da sempre. Ho frequentato due Accademie, prima Firenze, poi Brera, dove ho terminato gli studi.” Così si esprime su di sé, Pascoli, mentre potremmo pensare che, come il suo Friuli lontano, terra di confine, il suo modo di vedere, la sua poetica, sono su posizioni di limite, di attesa, di indefinito, a volte, lo si vede dalle sue marine, dal vivo forse,ma scorte come un “incanto” e lo suggerisce un titolo: “Incanto marino” . Certo vi cogliamo un richiamo a certi pittori liguri, come Berto Ferrari, Giuseppe Arigliano, Andrea Figari, per talune delle loro vedute, ma nei lavori di Pascoli si percepisce meno senso della realtà, più allusioni a luoghi marini sì d’ispirazione (o di reminiscenza) ligure, ma di fantasia, di veduta mentale. Così le figure di donne e ragazze, di sensualità discreta, non prorompente, pur così esprimenti vivida femminilità, che potrebbero richiamare una certa idea femminile di Degas, poi di autori come Georgia O Keefee. Rimane a Pascoli un accenno dei macchiaioli o un’ombra di pittura metafisica e, con le raffigurazioni di libri, la proposta di un personale interrogativo!

Intrigante quanto mai l’olio su tela “Storie dal mare”, una veduta di fantasia nella quale campeggia una catasta di libri che viene lambita, sul limitare del litorale, da un mare a metà velato da nubi di foschia. Allusioni od illusioni di un paesaggio marino, in un’atmosfera sospesa se non enigmatica, in cui possiamo cogliere qualche nota surrealista; una simbologia di abbandono, di resa forse, nella persistenza di una ambientazione rarefatta, per ciò stesso così affascinante, dove, della Liguria, rimangono pur sempre delle apparenze e delle permanenze; simile inclinazione tra surrealismo e fantasia onirica di può percepire in “Musica di violune”.

Un altro significativo ed accattivante lavoro, che dimostra il senso della realtà nella rielaborazione di fantasia, che sembra tipico del maestro, sempre olio su tela, ha titolo: “Vino, musica, poesia…”

Inizialmente concepito quale etichetta per un vino, come ci confida l’autore, ne è risultato un quadro straordinario, dove molte allusioni sottendono all’insieme evocativo di sensualità, di coinvolgimento ad una ebbrezza fatta di riferimento alla musica, nell’immagine di un violino, al vino, con un bicchiere in cui brilla un’ombra rossa, con un libro che ancora sembra abbandonato, con colori sfumati d’autunno, con una sovrastante e seducente immagine di donna, sul cui volto, seminascosto da un cappello, è visibile solo la bocca, dalle labbra rilevate…permane, nel dipinto, un’impronta di manifesto pubblicitario, di “réclame” d’epoca se vogliamo, ma proprio qui si pone l’interesse del lavoro, che, mentre potrebbe essere posto accanto alle più famose immagini di pubblicità artistiche, esprime una suadente e vibrante, al contempo leggera espressività di concetti e di immagini.

Il cavallino che compare ultimamente, è dovuto al regalo di un amico, appunto un cavallino, ci informa l’autore, che, col suo occhio estroso, lo vede come un personaggio (od un simbolo) che in talune opere come “Il cavallino sospeso” esprimono un clima fiabesco che, a ben vedere,

fa comunque parte della pittura di Pascoli, dove sono presenti,a volte, piccoli animali come gattini.

Caratteristiche che, considerate insieme con il colore tipico di Pascoli, come già accennato leggero, aereo, vivace, usato dall’artista con una trasparenza ed un levità da acquerello, indirizzano le sue opere, ancor più, verso una considerazione particolare di impressioni dal vivo, certamente, ma di rielaborazioni fantastiche ed oniriche, con un velo di divertito mistero!

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