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Il Barone Rosso, l’asso dell’aviazione

“La Grande Guerra”, la prima Guerra Mondiale. Non stiamo parliamo di missili, o di droni per attacchi di guerra teleguidati con precisine (a volte non troppo), ma di una guerra di posizione, di trincea, una convivenza con freddo, fango e topi .Famosa anche per l’interruzione, delle operazioni belliche spontaneamente stabilita dai soldati dei due fronti per festeggiare il Natale con una partita di calcio. L’eroe, il simbolo di questa guerra, è Manfred von Richtofen, un nobile tedesco nato nel regno del Kaiser, in Breslavia (oggi Polonia), respira aria militare dal padre, è intelligente, ha una mente pronta per le decisioni e vuole esprimere il suo coraggio, entrando in Accademia, Cavalleria. E’ bello, ha fisico possente, si applica in Atletica, frequenta feste, balli, battute di caccia. La situazione precipita nel 1914, con l’uccisione del Principe erede al trono d’Austria a Sarajevo. Scoppia la guerra, il fronte si allarga a macchia d’olio .Manfred va al fronte (Verdun ) cerca di capire , studia il nemico fermo in trincea, non gli piace, ma chiede di tornare operativo, insiste per entrare in Aeronautica, per frequentare la scuola, si addestra, ritrova l’ entusiasmo ed il 1 settembre 1915, partecipa  al suo primo combattimento. Nota subito che in due, in un piccolo aereo da guerra, è difficile coabitare, specie per il pilota. Il problema ha presto soluzione ad opera dell’Olandese Fokker che costruisce un monoposto con mitragliatrice. Torna in accademia e si specializza in combattimenti aerei ,vuol diventare un “top gun”.  Il suo sogno si avvera, viene prescelto per un corso di tattica di attacco, come trovare situazioni di vantaggio. Torna operativo e conquista la croce blu , è un eroe per i commilitoni,rispettato dagli avversari, aspira a diventare capo squadriglia Fa dipingere il suo aereo di rosso, fa paura, nasce il mito del “Barone Rosso, red baron o diable rouge” .ma è riconoscibile. Tutta la sua squadriglia lo imita e diventa per abilità e colore “il circo volante” Dopo aver carpito i segreti dei suoi maestri ed averli applicati si dedica a scrivere un testo come pilotare ,combattere, vincere. In licenza incontra Fokker e studiano innovazioni tecniche . Ogni volo è una sfida col nemico ma in particolare con la morte. Il 7 luglio 1917 incontra velivoli nemici , viene colpito alla testa perde la vista, ma in qualche modo riesce ad atterrare in territorio belga. Dopo 40 gg di riposo e cure,rientra in servizio, vuol volare “sarei un verme se volessi diventare un pensionato della mia stessa dignità”. Ogni combattimento è una roulette russa colpire, abbattere o venire colpiti, cadere e la guerra prende, per il suo paese, una brutta piega. La guerra perde i valori ”duello cavalleresco aereo”, dell’onore (il vincitore spesso scendeva a verificare, aiutare lo sconfitto). Tra gli aerei ultimo modello entrati in servizio un Camel inglese colpisce il triplano del ”Barone” che ancora una volta porta a terra il suo “tulipano” e muore, dopo 80 duelli vinti. Verrà sepolto in Francia e solo nel 1925 la sepoltura in Germania con tutti gli onori militari.

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