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ATTUALITÀCULTURA

Il fico: antichissima pianta!

Un albero di fico sembra quasi miracoloso: senza alcuna potatura o altra cura, la pianta può regalare, annualmente, prodotti squisiti, realmente biologici ed in quantità. Ogni cascina della Liguria aveva propri fichi nei suoi pressi ed è ragionevole pensare che molti di essi siano stati piantati svariate centinaia di anni or sono. Se ne ha memoria in contratti di enfiteusi – accordi di godimento e piantumazione – di notai savonesi del XII secolo, dove si stabiliscono sistematiche regole per le terre ficate e la spartizione dei prodotti era disciplinata in modo rigoroso.

Alessandro Carassale e Claudio Littardi dedicheranno ai fichi una conferenza di presentazione di un loro volume al riguardo. L’incontro è organizzato dal Centro di Sperimentazione e di Assistenza Agricola (Cersaa), azienda speciale della Camera di Commercio Riviere di Liguria, e dalla Società Savonese di Storia Patria, nella sede della Camera di Commercio di Savona (via Quarda Superiore 16), martedì 5 febbraio alle ore 17).

Protagonista del libro è appunto il fico domestico, con i suoi frutti, originario dell’area caucasica e presente nel paesaggio mediterraneo da millenni. Il frutto, più propriamente un’ infiorescenza, detta siconio, ha avuto un ruolo di straordinaria importanza, sia fresco che essiccato, nell’alimentazione e nell’economia dei paesi mediterranei produttori.

Il volume descrive le originali peculiarità biologiche legate all’antica pratica della caprificazione – un geniale metodo di impollinazione -e svela gli ambigui significati simbolici dell’iconografia medievale e dell’arte moderna. Decisamente ricca è l’analisi di testi normativi. comunali, agronomici, di documenti contabili di trasporti e commercializzazione, di testimonianze folkloristiche, consumi e usi culinari. Non manca un contributo alla conoscenza delle principali varietà di fico coltivate nel Ponente ligure e un richiamo al termine “figoni”, curioso appellativo con cui, in talune reminiscenze dialettali – molto “reminiscenti”!- si indicano ancora oggi – mai sentito!- gli abitanti della Liguria.

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