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ATTUALITÀ

IL SINODO SULLA FAMIGLIA SI E’ CONCLUSO, MA I PASSI AVANTI SONO BEN POCHI

E’ finito il Sinodo dei vescovi svoltosi a Roma dopo dodici giorni di lavori: gli argomenti trattati riguardano la famiglia e i problemi ad essa legati: divorzio, omosessualità ed altro ancora.
I risultati? Scarsi. Anzi, è stata evidente una netta spaccatura ideologica tra vescovi “conservatori” e “modernisti”.
Una Chiesa che, tutto sommato, ha dimostrato di restare ancorata agli antichi ideali, che nulla hanno a che vedere con quel rinnovamento che tutti avremmo voluto vedere applicato.
Riguardo la Comunione si è discusso a lungo se le coppie divorziate potessero riceverla, poiché fino ad oggi il sacramento era loro negato; è stato deciso, per un solo voto, che essi potranno riceverla dopo essere stati sottoposti ad accurate valutazioni.
Il che significa che sarà il parroco o chi per lui a decidere se dare o meno la Comunione, come se il divorzio (lecito secondo la legge italiana) sia un’onta inammissibile.
Non sarebbe stato meglio decidere che tutti, indistintamente, possano ricevere la Comunione in quanto credenti e praticanti?
Per tutti gli altri problemi affrontati il Sinodo non ha espresso nulla di nuovo e ha preferito restare sulle sue posizioni continuando a condannare le coppie omosessuali, come se fossero indegne di prendere parte alle cerimonie religiose. Le posizioni sono state altrettanto drastiche riguardo l’adozione da parte delle coppie omosessuali: in effetti questo è un argomento molto delicato riguardo il quale, ognuno di no, al di là della fede, ha idee e convinzioni differenti.
C’è chi è convinto che le coppie gay non dovrebbero mai essere autorizzate ad adottare un bambino; altri al contrario sono convinti che la bravura nell’essere genitore non dipenda dal proprio orientamento sessuale e che, questo, non è altro che uno stereotipo.
Personalmente sono a favore delle adozioni qualora la coppia risponda a certezze di serietà e possegga i mezzi economici necessari.
Ciò che preoccupa è la profonda frattura tra cardinali e vescovi riguardo queste tematiche, che sicuramente verrà nuovamente trattato, dal momento ce le coppie omosessuali si stanno “moltiplicando” sempre più, nel resto del mondo come in Italia.
La Chiesa ha il compito, il diritto e il dovere di non perdere le sue “pecorelle”, ma di recuperarle tutte, omosessuali o eterosessuali, senza alcuna distinzione.
Nella Chiesa ogni prete, parroco, monsignore che sia, fa un po’ troppo i propri interessi: occorre una maggiore uniformità di pensiero, soprattutto nelle periferie, e ordini più precisi da seguire alla lettera senza possibilità di interpretazione personale.
I fedeli e i credenti hanno bisogno di più coerenza e maggiore comprensione.
La Chiesa Cattolica, invece, continua imperterrita ad emarginare le coppie omosessuali, considerandole sgradevoli e non consone al proprio credo, mentre invece avrebbero bisogno di altrettanta considerazione.
E’ proprio sul concetto della famiglia che le posizioni sono ancora troppo diverse e diametralmente opposte: famiglia è unione di due persone, non importa se dello stesso sesso o di sesso opposto, che decidono di creare una vita in comune, di amarsi, di proteggersi.
Tuttavia viviamo in un mondo in cui nessuno rispetta le opinioni altrui, mentre sarebbe utile confrontarsi ed accogliere anche il pensiero altrui.
Non è sufficiente vivere onestamente senza fare del male a nessuno, lavorare e vivere nel rispetto della propria fede per essere accettato dalla Chiesa? Cosa importa se un uomo vive con un uomo o una donna vive con una donna?
Il mondo sta cambiando e la Chiesa, per essere tale, deve accogliere le esigenze di una società che sta mutando, restare ancorati al passato è un errore che porta alla perdita di fedeli, tutti coloro che vedono nella Chiesa un “tribunale dell’Inquisizione” in versione moderna, ma che si fonda sempre sugli stessi presupposti di un tempo.
La Chiesa dovrebbe prima di tutto risolvere il gravissimo problema della pedofilia e condannare tutti coloro che si sono macchiati di simili atrocità.
Per non parlare dello I.O.R. il cui controllo, nonostante i tentativi di bonifica di Papa Francesco, continua a sfuggire alla Santa Sede. Una banca che non sarebbe mai dovuta esistere e che dovrebbe essere concepita per ben altri scopi, più nobili e umanitari, che non prevedono certo il lucro.

Carlo Colla

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