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Intitola a Don Pietro Enrico una piazza a Bossoleto di Villanova d’Albenga

Da oggi un altro sacerdote eroe della Resistenza è onorato con la dedica di una piazza; è quanto ha deciso l’Amministrazione comunale di Villanova d’Albenga che, in questo giorno che prelude al sostizio d’estate, ha inaugurato, nel nome di Don Pietro Enrico, la piazza della frazione Bossoleto, completamente rimessa a nuovo con asfaltatura , aiole e spazi verdi, parcheggi ed una nuova illuminazione che sarà presto installata.

Così il Sindaco di Villanova, Pietro Balestra, ha rievocato la figura di Don Enrico:”Ricordiamo un uomo di grande valore. Il Comune di Villanova d’Albenga intende con questa cerimonia evidenziare la grandezza dell’Uomo, del Sacerdote e del Martire . Don Pietro Enrico nacque in Bossoleto di Villanova d’Albenga, il 19 settembre 1911 e venne ordinato Sacerdote nel 1934 anno in cui gli fu affidata la Parrocchia di San Lorenzo in Stellanello.L’incessante opera caritatevole lo fece diventare un osservatore speciale delle truppe nazifasciste che il 19 giugno 1944 lo prelevarono al termine della messa mattutina. Per tutta la giornata fu sottoposto a sevizie e torturato. Obbligato a seguire i suoi aguzzini fino a Molino del Fico in San Bartolomeo al Mare venne lì ucciso da una raffica di mitra”.

Oltre al sindaco di Villanova,  hanno presenziato alla cerimonia  il Vescovo di Albenga-Imperia, Monsignor Guglielmo Borghetti, che ha impartito la benedizione della targa  di odonimo, Roberto Cenati, presidente della sezione ANPI di Milano, che sostiene da tempo, con Villanova, un legame per la tutela della Memoria, Alberto Passino e Silvia Pelosi, Vicesindaco ed Assessore al bilancio del Comune di Albenga, il comandante dei Carabinieri di Alassio, maggiore Massimo Ferrari, numerosi esponenti delle sezioni ANPI del Ponente Ligure, delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Significativa ed intensa la presenza di combattenti partigiani, ormai fra i pochi ancora in vita, nativi del 1924 o del 1925; tra di loro il novantacinquenne Leopoldo Fassio, “Leo”, testimone degli avvenimenti di quel drammatico 19 giugno 1944 e che, intervistato dalla bibliotecaria Maria Grazia Timo,  ha illustrato la memoria di quegli anni ormi lontani e la vicenda di Don Pietro, che, in sospetto, nel corso di un rastrellamento da parte dei soldati tedeschi di essere a parte dei movimenti dei Partigiani, veniva torturato e ucciso e, come altre fulgide figure di quegli anni terribili,  il polacco San Massmiliano Kolbe o Salvo D’acquisto, in cambio della vita di altri, immolava la sua.

Il Vescovo Borghetti ha insistito sul rifiuto e la condanna di certe ideologie rifacendosi a “Il fascismo eterno” di Umberto Eco del quale ha detto : “Citerò un autore forse non propriamente clericale, ma che a me piace molto” .

Le ultime ore di Don Pietro sono state raccontate, da storie tramandate in famiglia, da un omonimo discendente del sacerdote eroe e martire di Bossoleto.

 

Immagine: Lapide commemorativa della morte di Don Pietro da Riviera Time

 

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