Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Isteria da Nazionale

Il rapporto degli italiani con la Nazionale di calcio è sempre stato piuttosto ambiguo ed ondìvago,
ricco di emozioni contrastanti e atteggiamenti che variano dal rifiuto totale all’euforia sfrenata in
caso di qualche, anche solo estemporanea, vittoria di prestigio.
Niente di nuovo sotto il sole, dipende dalla serietà e dalla passione con cui si concepisce lo sport,
naturalmente le esagerazioni sono continue, ma d’altronde è anche normale che sia così.
In particolare, nel rapporto tra italiani e Nazionale di calcio, concetto estendibile anche a molte altre
selezioni nazionali, va evidenziato come ognuno di noi si senta in dovere di far sapere chi avrebbe
convocato e come farebbe giocare la squadra.

Per esempio ricordo, in occasione dei recenti europei di Basket persone che lamentavano l’assenza
di Della Valle, oppure ricordo come io per primo rimasi deluso da Donadoni quando decise di non
convocare Matteo Sereni agli europei 2008 come terzo portiere.
Al di là di questi elementi entrati ormai di diritto nella cultura pop italiana, va evidenziato come, le
recenti due settimane dedicate alle qualificazioni mondiali, abbiano risvegliato lo spettro
dell’assenza dal mondiale non solo nei tifosi ma anche nei quadri dirigenziali della Figc.
Io personalmente non mi ricordo di una Nazionale italiana fuori dalle competizioni internazionali di
primo livello, l’ultima volta che abbiamo mancato un torneo di questo genere furono gli europei del
1992 ma, in generale, possiamo dire di aver assistito negli ultimi vent’anni a delle nazionali
veramente molto forti che, opinione personale, hanno raccolto anche meno di quelle che erano le
loro potenzialità complici e un po’ di sfortuna (1994 e 2000) e progetti che hanno fatto molta fatica
nonostante le qualità tecniche ( i Mondiali del 2002, tralasciando l’affaire Moreno che ha influito il
giusto furono un fallimento per una nazionale veramente forte).
In generale siamo cresciuti concependo l’Italia calcistica come una “potenza” di livello mondiale,
senza credere minimamente possibile il mancare una competizione ed applichiamo le stesse
categorie a qualsiasi gruppo, a prescindere dagli effettivi valori tecnici della rosa. La nazionale
italiana deve partecipare al mondiale sembra un dato di fatto incontrovertibile e le dichiarazioni
apocalittiche di Tavecchio lo dimostrano.
Ma sarebbe veramente un dramma mancare un mondiale? Se guardiamo ai risultati negli ultimi
mondiali probabilmente no, sono due edizioni consecutive che non superiamo i gironi, gironi a dir
la verità tutto tranne che inabbordabili. I risultati degli ultimi europei (dovuti ad una serie di
circostanze tra i quali talenti casualmente in stato di grazia o allenatori che hanno fatto la
differenza) sono riusciti a mascherare diverse problematiche del movimento nazionale creando
l’illusione di essere ancora una nazionale di primo livello.
In realtà non è così, questa Nazionale come valori tecnici non è di primo livello, ciò non toglie che
possano arrivare risultati esaltanti e non sarebbe nemmeno un clamoroso evento sportivo vedere una
sfavorita imporsi su avversari più quotati, ci mancherebbe altro ma è necessario contestualizzare
questa Nazionale per quello che è, ossia una squadra dove vi sono buoni giocatori e pochissimi
giocatori sopra la media ( Buffon, Verratti ed un Insigne fenomenale nel Napoli ma ancora da
rendere efficiente al massimo in nazionale).

Una generazione di giocatori povera di valori tecnici, soprattutto confronto alle vere potenze del
calcio mondiale sia europee che sudamericane, non è di certo un dramma, diventa un dramma se ci
si aspetta di più di quello che è, ed è una nazionale lontana anni luce dal poter competere alla pari
con la Spagna pur eliminata agli scorsi europei, per non parlare della Francia o del sistema tedesco
che ha rivitalizzato sia il movimento giovanile, sia la Bundesliga con evidentissimi riflessi sulla
Nazionale maggiore, probabilmente l’unica nazionale che può vantare un gioco a livello di una
squadra di club.
Ripeto: non è l’apocalisse saltare un mondiale, sarebbe semplicemente espressione dei valori fin qua
dimostrati nell’ultimo biennio. In tutto ciò invece che concentrarsi su “cosa succederebbe se
saltassimo un mondiale” i vertici della federazione dovrebbero attuare una profonda riforma del
sistema calcio a partire dai settori giovanili fino ad arrivare ad una Serie A che negli ultimi anni
poteva vantare solo due squadre un minimo appetibili anche a livello internazionale, ossia Juventus
e Napoli e che necessità, ora più che mai una riduzione a 18 squadre.
Come già detto i valori tecnici mediocri e lo stato generale del movimento non impediscono
ovviamente le imprese e la sovversione dei valori teorici, anzi ma questo non deve nascondere tutti i
problemi del sistema calcio italiano come troppe volte è successo.

Rispondi