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ATTUALITÀ

ITALIA ED EUROPEI

di Michael Traman

Manca un mese esatto al debutto della nostra nazionale ad Euro 2016: il 13 giugno contro “les diables rouges” del Belgio.

A differenza del Mondiale, competizione con la quale le selezioni azzurre hanno sempre avuto un rapporto privilegiato come attestano le vittorie di Pozzo nel ’34 e nel ’38, quella del “vecio” al Mundial ’82 e quella di Lippi nel 2006, l’Europeo non ha mai dato grandi gioie ai tifosi dello stivale.

L’Italia, infatti, è riuscita nell’impresa di scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione solo nel lontano 1968 quando Facchetti e compagni sconfissero in finale la Jugoslavia.

Negli anni ’80, forse appagata dal successo di due anni prima, l’Italia non riuscì a qualificarsi per l’edizione del 1984 per poi riscattarsi parzialmente quattro anni più tardi raggiungendo la semifinale.

Emblematico il percorso degli azzurri nella massima competizione continentale per nazionali negli anni ’90. L’ultimo decennio del secolo scorso rappresentò uno dei punti più alti del calcio di casa nostra: i club collezionavano finali e trofei europei come nessun altro mentre nei Mondiali la nazionale ottenne risultati degni di nota: un terzo posto ad Italia ’90 e fu sconfitta in finale nel Mondiale americano.

In questo contesto gli Europei rappresentarono una nota stonata: mancata qualificazione nel 1992 e eliminazione al primo turno nel 1996.

Il nuovo millennio sembrava cominciare nel migliore dei modi ma le leggendarie parate di Toldo e il celeberrimo “cucchiaio” di Totti, fondamentali per arrivare in finale, furono resi vani da quel Trezeguet che sei anni più tardi ci avrebbe permesso di esultare nella magica notte di Berlino.

Trapattoni non ha ancora digerito il biscotto dal forte sapore nordico ingoiato nel 2004 che sancì la fine della sua sfortunata esperienza in azzurro.

Andò un po’ meglio a Roberto Donadoni nel 2008: dopo aver superato con qualche difficoltà i gironi, fu eliminato ai rigori dalla Spagna che avrebbe, con Aragonés prima e con Del Bosque poi, conquistato l’Europeo 2008, il Mondiale 2010 e l’Europeo 2012 guarda caso proprio contro l’Italia.

Infatti la banda Prandelli guidata dai due ragazzacci Cassano e Balotelli riuscì a rendersi protagonista di una cavalcata esaltante, condita da bel gioco e dalla classica partitona giocata ai danni dei tedeschi in semifinale, terminata proprio contro le furie rosse.

E quest’anno?

Credo che non sia azzardato dire che Antonio Conte dovrà dirigere una delle nazionali più deboli di tutti i tempi, tra l’altro priva di Marchisio e Verrati che avrebbero rappresentato due delle poche certezze.

Mentre il reparto arretrato, da sempre cardine delle imprese italiane, sembra quello in grado di dare maggiori garanzie dati l’esperienza e i buoni risultati a livello internazionale conseguiti dal trio Barzagli, Bonucci,Chiellini e dal sempiterno Buffon, il centrocampo e l’attacco sono sprovvisti di quei giocatori in grado di spostare gli equilibri ai quali la nostra nazionale è sembra stata abituata.

Vero è che l’Italia ha spesso vinto quando non partiva con i favori del pronostico ma, per dirla tutta, è molto più confortante essere sfavoriti potendo schierare giocatori come Totti, Del Piero, Pirlo, Baggio e Maldini rispetto ad esserlo dovendo puntare su giocatori come Eder, Pellè, Parolo o Jorginho.

Nauralmente mi auguro di essere smentito e che finalmente, dopo quasi mezzo secolo, si possa rialzare al cielo l’ambita coppa.

 

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