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ATTUALITÀ

Jim Thorp una vera storia Americana

di Pino Rosso

 Jacobus Franciscus  Thorpe detto Jim fu un talento spotivo naturale che eccelleva in tutti gli sport in cui si cimentava : Pentathlon, Decathlon, Atletica, Football, Baseball, Basket Leggenda olimpica, sarà proclamato dall’Associazione Giornalisti Sportivi: il più grande Atleta del XX secolo. Il giorno della nascita, il 28/5/1887 la madre vide un sentiero illuminato dal sole  e lo chiamò “sentiero luminoso” Thorpe è un sangue misto (padre irlandese americano,la madre francese indiana), non ebbe una vita facile. Da piccolo era legatissimo al fratello gemello che ad 8 anni morì di polmonite e per Jim fu un trauma terribile. Come da tradizione indiana i ragazzi portavano capelli lunghi, ma la scuola della riserva che frequentava voleva americanizzare tutti. Dovette cambiare scuola. Dopo due anni, altro dramma morì la madre, la situazione scolastica peggiorò, scappò di casa e trovò un lavoro in un allevamento di cavalli.

Fisico imponente, doti atletiche eccezionali  e si fece notare per i risultati in salto in lungo,alto, corsa  di qualsiasi distanza. Nel 1907 entrò nella squadra di atletica della Scuola  e pur non godendo come indiano di cittadinanza né diritto di voto diventò una leggenda sportiva. Praticò con ottimi risultati anche football, baseball e gare di ballo.

Si preparò per le Olimpiadi e vinse i trial in più specialità. A Stoccolma partecipò in pentathlon, giavellotto e salto in lungo. Perse una scarpa, non si spaventò ne recuperò una nei rifiuti e gareggiò con due scarpe diverse. Vinse oro in decathlon con 8453 punti, sarà record per 20 anni. Diventò un simbolo, la sua presenza richiamò molti spettatori e re Guatavo di Svezia, alla premiazione nello stringergli la mano, gli disse “sei il più grande atleta del mondo”. Tornato in patria, lo portano in trionfo a Brodway e il Presidente lo indicò come un cittadino modello USA.                Nel 1913, torna a galla che nel 1909/10 aveva giocato a Baseball professionista (2 dollari a partita). Le regole olimpiche allora erano rigide e venne squalificato, perse le medaglie. Per lui fu un dramma. A casa mancavano soldi, solo baseball e football gli offrirono qualche possibilità di lavoro e poi arrivò la grande depressione del 1929 e difficoltà a mantenere i 4+4 figli avuti in due matrimoni.  Si adattò a umili lavori e trovò spazio a fare la controfigura e comparsa in qualche film. Quando si ammalò di tumore venne operato con una raccolta fondi. Si ritirò a vivere in una roulotte in California continuando a lottar per le sue medaglie. Solo i figli riusciranno a riaverle, con una riabilitazione postuma nel 1982.  Una vera storia Americana: due grandi istituzioni il Mondo Olimpico e Usa lo riabilitarono, gli resero  tutti gli onori che meritava sino a istituire in suo nome, un francobollo commemorativo che riporta la sua impresa all’Olimpiade di Stoccolma e una fondazione per aiutare i meritevoli giocatori di baseball.                                                                        Una Storia a lieto fine sia civile che sportiva , giustizia è fatta, sia pure alla memoria.

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