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ATTUALITÀ

Nereo Rocco l’ inventore del calcio all’italiana

di Pino Rosso

Quando si parla di calcio si è portati a pensare al gossip ( stravaganze, soldi, auto), per una volta invece parliamo di una persona, di un mito che ha saputo incidere su strategie, allenamenti,stile di vita ( trattare “i ragazzi” come figli anche con una tirata di orecchie): Nereo Rocco.

Nereo Rocco nasce a Trieste il 20 maggio 1912 da una famiglia di benestante borghesia di origine tedesca (il nome era Rock e con l’avvento del fascismo italianizza il nome forse in Rocchi, ma per errore all’anagrafe diventerà Rocco);  appassionato di calcio, a 17 anni diviene attaccante (mezzala) ed esordisce  in serie A con la Triestina  per passare nel 1937 al Napoli del Presidente Lauro che gli affida l’incarico di giocatore coordinatore degli attaccanti.

La guerra ne interrompe la carriera; tornato a casa  opera come giocatore allenatore nella Libertas (squadra di categoria inferiore a Trieste) ed in una partita amichevole riesce a battere la  più quotata Triestina. Nel 1960 sarà chiamato insieme a Todeschini alla guida della squadra  Olimpica che conquisterà il quarto posto; il buon risultato lo porterà al Milan per ben 14 anni, con lui cresceranno una nidiata di campioni: il più noto Rivera.

Uomo dal carattere burbero e modi un po’ paternalistici, tanto da meritargli il soprannome di “Paron”; successivamente troverà un collaboratore in Gipo  Viani: insieme inventano il rimescolamento dei ruoli (il centroavanti retrocede,  le ali  stringono al centro) modificano la posizione e il ruolo del libero, inventa la linea Maginot (catenaccio) che nel 1982 consentirà alla Nazionale di vincere i mondiali. Nel 58 perde a Madrid la Coppa dei Campioni contro il Real di Puskas e Di Stefano Vince titoli su titoli; nel 1962 inizia il duello con l’Inter di Herrera mentre nel ’63 battendo il Benfica, vincerà a Wembley il primo titolo europeo.

Per incomprensione con il suo alter ego Viani lascerà il Milan per trasferirsi al Torino  dove resterà tre anni. Nel 1967 tornerà al Milan vincendo uno scudetto e il titolo europeo per poi accedere alla coppa internazionale con Estudientes.

Moreì a Trieste  dopo una breve malattia  il 20 febbraio 1979 a soli 66 anni.

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