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ATTUALITÀ

La stagione estiva e il lavoro

La mancanza di lavoro e la difficoltà a trovarne uno sono un dato di fatto. Situazione che accomuna purtroppo giovani e meno giovani. Fino a qui, nulla di nuovo o che non sia già stato detto e ridetto.

Ieri, papa Francesco, di fronte ai lavoratori dell’ILVA, ha sottolineato come il lavoro sia un elemento essenziale della cristianità e della democrazia. Un passaggio, in particolare, ha attirato la mia attenzione: sempre parlando del mondo del lavoro, ha affermato che il lavoro può dare gioie tra le più grandi, quando ne viene riconosciuta l’importanza e la dignità, ma anche dolori tra i più duri, quando denigrato, bistrattato e non tutelato.

Il discorso mi ha fatto riflettere ulteriormente su un fatto accadutomi qualche tempo fa.

L’incontro, non darò coordinate precise volutamente per evitare di accusare un singolo evento al posto dell’andamento generale delle cose, era volto a far incontrare gli albergatori con gli studenti, al fine di poter avere a disposizione forze fresche per la nuova stagione estiva.

I tipi di impiego ricercati erano prevalentemente relativi all’ambito dell’accoglienza e del contatto con i clienti. Attività per le quali non servono competenze stravaganti se non una basilare conoscenza di alcune delle principali lingue straniere, cosa che uno studente di lingue, ma non solo, sa sicuramente fare.

Insomma, una bella occasione per poter trovare un lavoretto estivo, fare esperienza e guadagnare qualche soldo per finanziarsi gli studi e magari una piccola vacanza.

Il quadro idilliaco di questi incontri è subito scomparso una volta iniziati i colloqui e compreso in toto cosa stessero cercando.

L’obiettivo era, innanzi tutto, trovare studenti disposti a svolgere dei “tirocini curricolari”. Bisogna sapere che tale formula non prevede quasi mai una retribuzione ma solo il riconoscimento di CFU, crediti formativi universitari, facilemente ottenibili inserendo un esame alla portata nel piano di studi. L’obiettivo di tale forma di tirocinio sarebbe quello di far imparare un lavoro e di fornire competenze specifiche per mansioni che altrimenti sarebbe difficile, se non impossibile, svolgere. Obiettivamente, non mi sembra che sia necessario, come affermato persino da alcuni ” recruiter”, un bagaglio di nozioni estremamente ampio per svolgere determinate mansioni, nobili come tutti i lavori, ma chiaramente meno complesse.

Credo proprio che proporre di lavorare 40 ore settimanali gratis sia un affronto alla dignità del lavoro ma anche uno sfregio a coloro che avrebbero voglia e soprattutto bisogno di lavorare ma che non vengono assunti proprio perché conviene inserire studenti di questo tipo.

L’estate, per la nostra regione e non solo, dovrebbe, grazie al turismo sempre più presente, rappresentare un momento in cui si possa lavorare di più e sia possibile trovare un  impiego a coloro che non lo hanno e vorrebbero sfruttare i lavori stagionali per sopperire, almeno in parte, alle difficoltà del resto dell’anno.

Quello che mi sento di dire a tutti gli studenti è che non devono sprecare la loro voglia e il loro entusiasmo in ambiti dove vengono considerati come “carne da macello”  e che è importante avere solidarietà verso coloro che avrebbero bisogno di un qualsiasi impiego per tirare avanti.

Sono certo che i colloqui si siano conclusi tutti con un nulla di fatto e mi auguro che siano stati assunte persone disoccupate, senza impiego o lavoratori giovani pagati il giusto, senza sotterfugi.

 

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