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POLITICA

La storia di Pier Luigi Bersani

di Pino Rosso

Pier Luigi Bersani nasce a Bettola (Piacenza) il 29 settembre 1951 da una famiglia artigiana, è sposato con due figli. Proveniente da famiglia cattolica, zio missionario, sin da picolo fa il chierichetto, ma arriva a contestare il parroco per l’uso delle offerte, organizzando una protesta/scipero tra i suoi compagni.                                                               Nel 1966 a 15 anni partecipa con gli “Angeli del Fango” per salvare molte opera d’arte a Firenze Organizza Avanguardia Operaia, poi aderisce al PCI. Si laurea in Filosofia e dopo breve esperienza di insegnante passa alla politica attiva. Presidente della Regione Emilia Romagna 93/96, Ministro sotto vari governi (resta la sua  semplificazione burocratica), segretario del PD 2009/2013, dopo aver vinto primarie con Renzi.   Ha participato alla fondazione dell’Ulivo esperienza che ha definito creativa e non solo antiberlusconismo.  Non riuscite le elezione di Marini e Prodi al Quirinale,  ha cercato senza successo un coinvolgimento dei 5 stelle al governo. Nel 2014, ha subito una emorragia cerebrale con intervento presso l’Ospedale di Parma, riprendendosi completamente,tanto da tornare alla politica attiva, mentre a casa vorrebbero una vita un po’ più tranquilla.

E’ nato il 29 settembre come Berlusconi con cui ha condiviso un ventennio di lotte  e come lui ha guardato in faccia la morte senza averne paura Famosa la sua affermazione da emiliano caustico ma gentile  “serve smacchiare il giaguaro” che voleva dire toglierlo dal governo, come avvenuto nel 2013.                                                                                                 Ha patito le dichiarazioni “ di bandiere rosse vedo solo quelle della Ferrari” e “per bonificare il PD serve il lanciafiamme” arriva a ripetere ”la storia è maestra ma non ha scolari”.                                                                                                                                              Parlando del referendumn ritene un errore averlo caricato di tanto peso, permettendo speculazioni politiche e finanziarie. Cambiare serve ma dopo averci pensato bene, dopo una discussione insieme, non a colpi di fiducia Renzi non deve parlare di dimissioni, non è il primo problema degli italiani.

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