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CULTURA

“Le migliori canzoni della nostra vita anni ’60”, Luciano Tajoli canta “Al di là”

Oggi vi accompagniamo attraverso le canzoni del Festival degli anni ’60: il periodo in cui, completata la ricostruzione post bellica, l’Italia si trasforma: il ruolo dell’industria nell’economia del nostro Paese diventa sempre più preponderante, a discapito dell’agricoltura. Dalle regioni meridionali, ci si sposta in massa verso il Nord alla ricerca di un futuro migliore. Insomma, il “miracolo economico”. Gronchi, Segni e Saragat sono i presidenti della Repubblica mentre alla presidenza del consiglio dei ministri si alternano Tambroni, Fanfani, Leone, Moro e Rumor. Gli anni d’oro della Democrazia Cristiana. Nel 1968, anno iconico delle rivoluzioni giovanili, il mondo del calcio italiano torna a centrare una vittoria di prestigio dopo l’epopea che precedette il conflitto mondiale: Giacinto Facchetti alza la coppa degli Europei di calcio. Il decennio si conclude poi con una data che rimarrà nella storia: il 20 luglio 1969 sbarchiamo sulla Luna. (Michael Traman)

Luciano Tajoli – AL DI LA’ (1961)

Il primo Festival di Sanremo condotto da una coppia femminile (Lilli Lembo e Giuliana Calandra, quest’ultima sostituita nella serata finale da Alberto Lionello) ed il primo a non essersi svolto in tre serate consecutive in un fine settimana, bensì su quattro (le ultime due delle quali furono due sabati a seguire: il primo fu la presentazione dei brani finalisti, il secondo la finale vera e propria dopo una settimana di cosiddetto “Votofestival” legato alle schedine dell’Enalotto) sancì il trionfo della classica melodia italiana grazie a questa canzone romantica, seppure di tipo moderno per i tempi. Alll’interpretazione impeccabile dal punto di vista strettamente esecutivo ma eccessivamente ancorata al passato del “veterano” Luciano Tajoli (attivo sin dalla fine degli anni ‘30, attendeva di cantare a Sanremo praticamente dalla prima edizione, ma per via della zoppia causatagli dalla poliomielite era stato giudicato “non edificante” da mostrare in video da parte dei funzionari della RAI) si contrapponeva quella “urlata” di Betty Curtis, pseudonimo di Roberta Corti (alla sua terza partecipazione sanremese consecutiva), decisamente più fresca e al passo con i tempi. La “battaglia” nella hit parade decretò tuttavia la vittoria della tradizione, poiché fu la versione di Tajoli la più venduta di questo brano che all’epoca ottenne un discreto successo anche negli Stati Uniti, dove fu inciso da Emilio Pericoli e dai Ray Charles Singers, gruppo corale che accompagnava il leggendario Ray Charles. Notare che si tratta di uno dei primi testi di successo di un giovanissimo Giulio Rapetti, in arte Mogol: un autore che avrebbe attraversato da protagonista il successivo mezzo secolo della canzone italiana. (Boris Carta)

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