Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Le Società sportive e le difficoltà economiche

È giunta l’ora di mettersi intorno ad un tavolo con gli amministratori comunali e cercare di capire cosa ne vogliono fare dello sport dilettantistico savonese. Ormai molte società sono alla “frutta” e non ce la fanno davvero più ad andare avanti. Questo il grido d’allarme lanciato da Carlo Colla, presidente del Volley Club Savona, nonché tecnico del Liguria Hockey Club di Savona. Colla, che nel mondo dello sport c’è da 50 anni, è ormai convinto della necessità che il comune di Savona riveda i suoi piani ed i suoi programmi e si decida, una volta per tutte, a venire incontro ai piccoli e medi club che raccolgono centinaia di giovani ragazzi, la maggior parte dei quali non sono nelle condizioni familiari di pagare nemmeno la quota associativa annuale, che ormai è e rimane, l’unica forma di entrata economica per le società sportive. Le spese, dice Carlo Colla, per gestire una società sportiva dilettantistica senza fini di lucro sono enormi. Si paga salata l’affiliazione alla propria federazione nazionale, si pagano i cartellini degli atleti e, molto salati, quelli dei tecnici e dei dirigenti. Poi ci sono i pagamenti per le iscrizioni ai vari campionati con le “tasse-gare” per ogni partita giocata. Non parliamo delle spese enormi, per l’acquisto del materiale sportivo (palloni, maglie da gioco, tute, ecc.) e per le trasferte che occorre fare, con dei pulmini o con delle auto, dal momento che certe località sono irraggiungibili in treno e provocherebbero disagi organizzativi incredibili. A tutto ciò si aggiungono le diverse spese per il mantenimento organizzativo e burocratico delle società. Se è vero che noi dirigenti lavoriamo del tutto gratuitamente, mettendoci anche di tasca nostra, è altrettanto vero che gli allenatori che fanno tre/quattro allenamenti alla settimana e che sono impegnati negli incontri di campionato sabato e domenica vanno retribuiti, essendo per loro un vero e proprio un lavoro, che lascia loro soltanto qualche giornata libera al mese. Ogni campionato abbisogna di uno o due allenatori. Tirate voi le somme e vi accorgerete come ormai sia diventato impossibile andare avanti così. Ma la ciliegina sulla torta è rappresentata dal fatto che, per giocare e disputare i campionati occorre anche allenarsi e, guarda caso, le società sportive sono costrette a pagare come banche, l’utilizzo di tutti gli impianti (palestre, e campo), che vengono utilizzati. Somme che, a fine di ogni mese, diventano centinaia di euro e che vanno pagate subito previo il divieto di utilizzare le palestre. Se è vero, dice Colla, che il comune di Savona non ha fondi per aiutare economicamente le società sportive, cosa che, peraltro, le vecchie amministrazioni comunali erano sempre riuscite a fare in qualche modo, almeno si premuri di togliere la gabella del pagamento del ticket comunale di utilizzo degli impianti, somme che a fine anno sono diventate davvero ingenti e che vanno pesantemente ad incidere nei bilanci delle piccole e medie società sportive dilettantistiche. Fare dello sport e farlo praticare ai giovani è non solo giusto e doveroso, ma è una precisa esigenza dei nostri tempi. Non occorre ricordare che lo sport è l’unico e vero antidoto contro le molteplici devianze a cui sono sottoposti i giovani di oggi. La prevenzione contro i mali della nostra società, si fa solo con lo sport, ed allora sono le autorità preposte a dover aiutare chi lo sport lo fa fare in maniera cristallina e disinteressata, senza nessun scopo di lucro. Ed invece oggi lo sport, conclude Colla, è diventato un lusso che non deve esistere, le società sportive non dovrebbero nemmeno richiedere alle famiglie la quota annuale di iscrizione che, invece viene richiesta e senza la quale ogni attività sportiva sarebbe letteralmente impensabile. Molte famiglie, questa quota, non la può pagare, proprio perché non se lo possono permettere! Mi scappa da ridere quando si sente parlare di “Sport per tutti”, un accidente! Oggi lo sport è ad appannaggio di chi ha soldi e se lo può permettere. Se si possono comprendere le difficoltà economiche in cui versano le amministrazioni comunali, non si può né comprendere né giustificare, che non solo non danno un euro di contributo, ma chiedono soldi a chi proprio non ne ha. È il momento in cui qualcuno deve fare qualcosa di serio e di pratico. Lo sport, ad ogni livello, lo si fa con i soldi e non con parole astratte che non hanno più senso di esistere. Lo sport, per le amministrazioni comunali, deve essere una priorità e non l’ultimo dei problemi e l’ultimo dei trastulli. Dietro lo sport e il mondo sportivo ruota un’intera città che è stanca di vedere del lassismo e del disinteresse o, di sentirsi dire che non ci sono soldi. I soldi ci sono, andate a cercarli ed investiteli nello sport, ovvero a favore dei nostri giovani. Da questa amministrazione comunale, noi sportivi ci saremmo aspettati molto di più come avevano promesso in campagna elettorale, con lo sport che sarebbe dovuto essere il “fiore all’occhiello”. Inutile dire che c’è rabbia, rancore, delusione cocente.

Rispondi