Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀ

Le vie del destino sono davvero difficili da comprendere

Il nostro mondo locale del calcio dilettantistico è stato scosso da due imprevisti e tragici lutti avvenuti nel giro di poche ore che hanno lasciato tutti sgomenti e sbigottiti. A breve distanza l’uno dall’altro due dirigenti, entrambi tesserati e militanti nel Bragno (campionato di Promozione), sono venuti a mancare. Il primo, Giorgio Rovere (74 anni), si occupava con scrupolo e dedizione della manutenzione del manto erboso del campo in erba intitolato a Paolo Ponzo dove giocano i biancoverdi valbormidesi. Il secondo Dante Gelsomino (detto Dino) di 65 anni era molto conosciuto nell’ambiente per essersi sempre distinto in ambito sportivo.L’ultima  sua “uscita” con la squadra del Bragno era avvenuta ancora l’altra sera al De Vincenzi di Pietra Ligure in occasione della partita di Coppa Italia persa contro il Taggia per 2 a 1. Di rientro dal match un fatale malore lo ha colto ed ucciso a tradimento nella notte. Dino era stato valente assessore nella sua Calizzano con la giunta del sindaco Mozzoni ed insieme a suo creativo figlio Leandro gestiva lo Studio GL (mobili artigianali). Apparteneva alla mia generazione, quella cresciuta senza fronzoli e che calcisticamente parlando era fatta di giocatori che si sfidavano lealmente, magari eccedendo in agonismo, ma che poi si abbracciavano a fine duello e restavano amici per sempre. Così è stato con lui che spesso ho affrontato ( non ci stava a perdere) specie nei tornei estivi. Come dimenticare quel suo profilo allampanato mai domo e quei baffoni da duro alla moda. Una maschera dietro a cui si nascondeva un vero uomo di sport pronto a dare battaglia ma nel rispetto delle regole e degli altri. Lo ricordo con la maglia dei giallorossi della sua amata valle con i miei ex compagni del Vado Mario Medini (portiere) e Domenico Tosques (terzino) e con gli emblemi del posto Rocca e Riolfo. Ci siamo sempre apprezzati a vicenda e voluti bene. Quest’estate l’ho incontrato alla Coppa Libertas mentre con il ds Roberto Abbaldo erano intenti a fare mercato per allestire un gruppo competitivo. Gli brillavano gli occhi come quando scendeva sul green. Ho diviso tanti momenti con Dino, anche più spensierati di quelli che si vivono a bordo campo. Lo porteremo in tanti nel cuore consci che la sua genuinità e determinazione ci abbiano lasciato un grande insegnamento.

Rispondi