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ATTUALITÀ

L’economia savonese messa a dura prova dal maltempo

Fine ottobre da dimenticare per la provincia di Savona cui nulla è stato risparmiato: una mareggiata furibonda, venti da uragano, piogge incessanti, ed anche incendi, a dispetto della pioggia, come quello incredibile delle auto al porto! La prima stima dei danni,come viene riferito, è dell’ordine delle centinaia di milioni di euro e centinaia sono le imprese messe in ginocchio e che chiedono sostegni immediati.

“Invito le aziende, gli operatori commerciali e balneari a compilare il modello E, già scaricabile sui siti delle Camere di commercio territoriali e su quello di Regione Liguria, nella sezione di Protezione civile, per l’attestazione dei danni subiti”. Lo annuncia l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti che, nel pomeriggio del 30 ottobre scorso, aveva visitato l’area del terminal auto di Savona, dove circa 800 vetture sono state interessate da un incendio, innescato forse da un fulmine,o da un corto circuito che ha causato l’esplosione di batterie, che a loro volta hanno concatenato altre esplosioni, perchè la mareggiata, che è”bagnata”, tutto può provocare meno che incendi – o  no! – ; i flutti hanno danneggiato invece il piazzale e le infrastrutture del terminal portuale. Molte delle centinaia di auto incendiate erano destinate al Medio Oriente. Il porto ha ripreso regolarmente l’attività commerciale dalle 13.00 del 30 ottobre. “Nei prossimi giorni – così si era espresso l’assessore Benveduti – predisporremo un team insieme alle associazioni datoriali e alle Camere di Commercio, sul modello di quanto attivato per le imprese danneggiate dal crollo del viadotto Morandi, per creare un canale di comunicazione diretto e dedicato alle aziende colpite da questo evento meteo”.

Si terrà, a tale riguardo, martedì 6 novembre, alle ore 17,00, nella sede della Regione Liguria l’incontro tra l’assessore al Demanio marittimo Marco Scajola e i rappresentanti dei balneari liguri, per una prima verifica dei danni provocati dalle onde degli stabilimenti balneari devastati dalle onde. La riunione dovrà servire a quantificare i danni subiti dai concessionari demaniali, colpiti pesantemente dalla mareggiata di ieri. All’incontro saranno presenti anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti e le Camere di Commercio, chiamate alla raccolta dei dati.

Tra le strutture più duramente colpite figura Il porticciolo di Cala Cravieu, a Celle Ligure, realizzato alla fine degli anni ’90 dalla Cooperativa Cala Cravieu, che gestisce tuttora la struttura. I danni sono devastanti: 16 le imbarcazioni affondate, 40 hanno subito danni e una decina sono rimaste in mare galleggiando a fatica. Per alcune di queste ultime sarà difficile poter operare un recupero. “Ci siamo mossi immediatamente – spiega il presidente della Cooperativa, Mario Maretti -. Il problema è che tutti mezzi possibili di soccorso erano impegnati a Rapallo. Inoltre il nostro porticciolo è stretto e non tutti i mezzi possono accedere. Un evento senza precedenti: molte delle 40 barche danneggiate sono state letteralmente sbalzate dal mare sulla spiaggia”.

Il porto di Loano, grazie alle proprie notevoli strutture di protezione a mare, ha retto bene alla forze delle onde, offrendo un riparo sicuro alle imbarcazioni ormeggiate. Marina di Loano, manifestando “vicinanza e solidarietà nei confronti delle marine che sono state danneggiate dal maltempo” ha offerto ospitalità nautica gratuita sino a fine emergenza a chiunque sia stato vittima dell’ondata di maltempo.

Situazione grave anche per le imprese agricole. «Il vento ha fatto strage, soprattutto, tra Albenga e Ceriale, dove sono stati danneggiati tunnel, serre e magazzini – così afferma Osvaldo Geddo, direttore della Cia Agricoltori di Savona -. Anche per noi il danno è diffuso soprattutto in olivicoltura, dove la perdita di produzione sarà sicuramente superiore ad un terzo del raccolto. Un dato ancora più grave se pensiamo alle premesse di questa annata, dato che ci si attendeva un ottimo raccolto sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Adesso, le previsioni andranno necessariamente riviste al ribasso».

 

 

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