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ATTUALITÀ

Maltempo in Liguria e nel Savonese

Bollettino di guerra per la Liguria e per il savonese, duramente colpito, dopo una giornata di eccezionale maltempo, con piogge di intensità fuori dal comune;  122 sflollati e 374 residenti in centri rimasti isolati a causa di frane e smottamenti

“È passata la seconda nottata di allerta rossa in Liguria: ancora piogge con allagamenti e disagi diffusi, soprattutto su Savona e la Val Bormida. Evacuate dalle loro abitazioni altre 23 persone, 14 nella zona da Altare a Mallare (Savona) e 9 a Sant’Olcese (Genova) a causa di due frane. Restiamo in allerta rossa su Genova fino alle 12 e sul ponente ligure fino alle 15 di oggi”. Così il Presidente della regione Toti, sulla sua pagina Facebook.

Per avere un’idea dei disagi sofferti dal savonese, bastano le parole di Luana Isella, consigliere della Provincia delegato alla Viabilità. “La viabilità in provincia di Savona è al collasso.Le strade chiuse sono la Sp 490 Calizzano; Sp 22 a Celle Ligure; Sp 15 tra Pallare e Bormida; Sp 50 Vara inferiore e Sp43 Martina Acquabianca entrambe nel Comune di Urbe; Sp 542 a Stella; Sp29 sottopasso chiuso a Cairo Montenotte; SP 5 a Mallare; Sp 18 Moglio e Sp19 Nel Comune di Arnasco, Sp49 Sassello Piampaludo, 57 Varazze 17 Rialto, la Sp2 ad Albisola».

“Alla luce di un bilancio che si aggiorna di minuto in minuto, chiediamo alla Regione Liguria e al presidente Giovanni Toti di attivarsi presso il Governo, affinché sia esteso anche alla giornata di oggi lo stato di emergenza che il Consiglio dei Ministri ha riconosciuto appena due giorni fa alla Città Metropolitana di Genova e alle Province di Savona e della Spezia, per “gli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nel periodo dal 14 ottobre all’8 novembre 2019”. E speriamo non si debbano aggiungere ulteriori date a questa lista nera di danni e di disagi”. Così in un comunicato del Gruppo del PD in Consiglio Regione.

Non mancheranno le solite polemiche – peraltro pertinenti – e le solite critiche – giuste –  ma, prima di attribuire la colpa di ciò che accade a cause remote e comunque non accertate, come i cambiamenti climatici che si vuole essere colpa, di inclinazione faustiana, dell’uomo od a più prossimi, ma sempre “altri”, soggetti od entità che devono intervenire e manlevare, ciascun ente amministrativo, dalla Regione, alle Province, ai Comuni, e lo dico anche da amministratore, pensi al suo proprio, pensi al suo territorio di pertinenza; le frane provocate dalle precipitazioni, nel 2014, sulle strade provinciali Sanda – Stella San Martino e Stella San Martino – Madonna del Salto, ad esempio, sono ancora lì, con un restringimento di carraggiata e qualche paletto; invece di pensare agli autovelox per far soldi che non sono mai abbastanza, si cerchino mezzi, risorse, collaborazioni, per sistemare le strade e cercare di affrontare gli eventi atmosferici eccezionali, dove si sa che esistono criticità. Non si può pretendere che lo Stato o l’Europa, o chissà chi, venga a sistemarci il tombino vicino a casa, per quanto entrambi gli enti debbano pansare, in generale, anche a tali evenienze, ma  un’operazione capillare, come è necessaria, si può svolgere solo nel particolare, nella piccola e media entità, dal Comune, alla Provincia, alla Regione, sennò che senso ha pretendere autonomia e decentramento; utili quando ci sono in ballo contributi da percepire, “silenziati” quando ci sono decisioni da prendere!

“Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”. E’ un estratto dal’art.117 della Costituzione, dopo la riforma del 2001, e “protezione civile; governo del territorio”, non sono espressamente riservati alla legislazione dello Stato!

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