Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

ATTUALITÀCULTURA

Mariella Relini…colori dell’espressionismo

E’ appena terminata, domenica 10 dicembre scorso, ad Albisola, al Pozzo Garitta, presso lo spazio del Comitato del Rigore artistico, una personale di Mariella Relini. Dilettante appassionata, che ha condotto corsi di studio approfonditi, Mariella Relini ha una tavolozza dai colori forti, a volte violenti, delle espressività intense ed avvolgenti e spesso, sulle sue tele si possono osservare esplosioni che potrebbero far pensare tanto ad accadimenti immaginati in lontananze siderali,quanto a particolari minuscoli, riprodotti in grande scale, oppure ad inaspettate screziature, di un microcosmo che, di remote e visionare deflagrazioni spaziali, può rivelare la stessa drammaticità cromatica! Tutto ciò a dispetto del richiamo ad una massima di Mark Rothko, poeta dell’essenzialità geometrizzante, che si poteva leggere sul volantino della mostra!

Siamo nella dimensione espressionista di un’autrice che nel colore, essenza della pittura, trova, forse, l’essenza della sua ispirazione, sconfinando nell’informale! I fiori rappresentano una costante significativa nella sua pittura, beninteso non i fiori di una “natura morta” riposante e decorativa ma i riverberi di impressioni floreali mentali, talvolta un po’ allucinate; ricordi sì, anche sentiti, di fiori che si amano e che si osservano con interesse ma che, inevitabilmente, si trasformano in allusioni persino arcane ad una natura che si rivela di fioriture misteriose e, ad un tempo, prossime, dinamiche ed evanescenti insieme. Varie note, della pittura di Mariella, richiamano gli autori espressionisti famosi quali Heckel, Nolde, Kirchner: sono i loro colori, l’immersione in una natura che si vuol percepire dall’interno, anche i più recenti Auerbach e Willem De Koning, e rimandiamo, con quest’ultimo, appunto, ad un autore squisitamente informale, esponente dell’”espressionismo astratto”! E poi si trovano, nei lavori di Mariella, analogie con due famosi “tachistes” francesi: Fautrier e Bazaine. Con Jean Fautrier, possiamo notare talune similitudini in certi “bouquets” affioranti dalla congerie cromatica od in taluni accenni di paesaggio, come “Anima Arboris” o “Nel verde del parco” o “Suono d’organo”, tre straordinari dipinti di Mariella Relini, non presenti all’esposizione di Albissola, ma di cui abbiamo potuto avere nozione e che testimoniano di una raffinata e suggestionante capacità percettiva, frutto appunto di una formazione che trae spunti dalle correnti artistiche che abbiamo indicato. Con Jean Bazaine, colpisce un cromatismo un po’ analogo, dai colori fortemente evidenti se non violenti; comunque le “esplosioni” di Mariella hanno un marchio proprio ed appartengono alla sua sfera di originalità, alla sua personalità inconfondibile, sospesa fra un’idea che sconfina nel senso del mistero ed una concretezza materica inequivocabile, un connubio che si realizza in modo effettivo ancora in una raffigurazione floreale, presente alla mostra di Albissola, un pannello illuminato dalle tonalità del lilla e del giallo, di un materiale ottenuto con una tecnica di cui l’autrice non ha voluto rivelarci la composizione, che ne fa’ un’opera che sta a metà fra pittura e scultura e che ben illustra e mette in evidenza una sintesi totalizzante che abbraccia un’idea che si estrinseca e si trasfigura, nell’assumere sembianze mutevoli, e che ci conduce all’esperienza di Mariella come ceramista.

Se nella pittura è il cromatismo esplodente ad essere immediatamente notato, nelle ceramiche appare, di particolare, un rimando ad un mondo fantastico e mitologico, ad un orizzonte marino,ad una persistenza “albissolese”! Figure marine di fiaba, sirene, raffigurati su piatti, figure che comunque compaiono a volte, nella sua pittura, ci riportano alla tradizione artistica della ceramica di Albisola, ai vari risvolti da essa assunti, tra cui il lato magico e mitico, cui Mariella sembra versata e cui sa imprimere pure un certo alone di apparenza ancestrale…

L’autrice passa con disinvoltura dal soffio mitologico ad affascinanti composizioni nella quali modella forme di foglie e di frutti, quasi una permanenza floreale o vegetale costituisca un punto di partenza per la sua creazione!

Ma il capolavoro, per attestazione della stessa autrice sui riconoscimenti ricevuti, è una straordinaria sfera con accattivanti e fantasiose immagini ittiche, in cui i richiami del macrocosmo e del microcosmo si fondono insieme in un’allusione al mare, al mondo intero forse, in cui figure, pure di una certa quale inclinazione ludica, sottendono ad una idea grandiosa!

In poche parole abbiamo cercato così di tracciare il profilo di un’artista di cui speriamo di approfondire ancora l’interessante lavoro!

Rispondi