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CULTURA

Mostra d’arte nel contesto del Festival di Sanremo

di Giorgio Siri

Al Palafiori di Sanremo, la struttura dove si svolgono gli eventi di radio e telediffusione durante le giornate del Festival, la Società “Re d’Italia Art”, società internazionale per il collezionismo e l’editoria d’arte, ha curato, in persona del presidente Marco Giordano, una interessante mostra dedicata e tre artisti campani emergenti: Sara Arnaout, Antonello Capozzi, Domenico Villano.

L’esposizione era stata inaugurata da Veronica Maya ed ha avuto un notevole successo.

Immerso nell’atmosfera del Festival il contributo dei tre artisti ha avuto a soggetto, da parte di Sara Arnaout e di Domenico Villano, immagini di cantanti e di cantautori e, da parte di Antonello Capozzi, una raffinatissima proposta informale.

Arnaout e Villano usano una tecnica simile al collage, con un magistrale utilizzo di essa, e le loro immagini di cantanti richiamano indubbiamente luoghi, personaggi, momenti musicali ed un omaggio a tanti artisti, come Bowie, ricordato dalla Arnaout, un dichiarato impegno quale messaggio di pace, ma è interessante anche la capacità evocativa dei loro lavori, che richiama Andy Warhol, la Pop Art e anche qualcosa della migliore espressione del disegno dei fumetti. La vividezza delle figure, l’immediatezza del messaggio, la stessa ambientazione nel mondo della canzone, danno forma ad un’esternazione giovanile e vistosa, in cui non manca neppure la particolare suggestività che si riscontra nei “video” delle canzoni, i più evocativi ed attraenti, ma si denotano comunque, nei due autori, una formazione ed una ispirazione che, rispecchiandosi appunto nelle particolari esperienze già richiamate, delineano, anche ad una rapida osservazione dello loro opere, oltre alla quale non abbiamo potuto purtroppo andare, due personalità artistiche originali e di rilievo.

Antonello Capozzi esprime tutto il fascino e la sapienza dell’utilizzo del colore che la pittura informale richiede. Eseguite, alla maniera più classica, come oli su tela, le sue note chiare o scure, fatte di spessori cromatici ora tenui quasi evanescenti, ora intensi, dove possono essere lette atmosfere arcane o visioni dell’anima o indefinite impressioni della natura o attese di qualcosa di irraggiungibile, come del resto è forse irraggiungibile la stessa essenza dell’arte, inducono a riflettere sul segreto e sulla potenza espressiva del colore, a soffermarsi sul magico effetto visivo e mentale che la pura ispirazione alla fonte primigenia dell’arte sa far scaturire!

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