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Lettere alla redazione

Noi – altri e questa immigrazione incontrollata

Credo, come uomo politico amante della civitas, che, dopo il trauma del nazifascismo e del pensiero unico sulla superiorità della razza, si stia cercando di rimpiazzare questa ideologia patologica e tragicamente ossessiva, con un umanesimo di “ordine universale” che dilata a dismisura il concetto giacobino di fratellanza cosmopolita con grave pregiudizio per le nostre tradizioni, per le nostre abitudini, per la nostra religiosità e, soprattutto, affossando definitivamente la ragionevolezza ed il buon senso, addirittura osannando un messianico e liberatorio meticciato. Lo spirito di accoglienza dovrebbe essere commisurato alle nostre possibilità sociali ed economiche, che sono, in questo momento, molto scarse. Ascoltando la voce di tanti italiani e savonesi credo di poter affermare, in tutta onestà, che questo incontrollato fenomeno immigratorio venga sanzionato e censurato dal raziocinio dei nostri cittadini. I benefici economici prodotti dall’immigrazione sono stati infatti marginali e temporanei. Accogliere vasti gruppi etnici, diversi e variegati, non significa acquisire qualcosa in più, bensì modificare quello che già esiste, cambiando letteralmente e sostanzialmente i nostri connotati. L’immigrazione, inoltre, mal si adatta all’identità europea e rende più ardui gli sforzi di costruire un’Unione salda e coesa. Infine la miseria spirituale, la paura di morire, che gli islamici colgono nell’Occidente moderno, non è immaginaria. Un pensiero debole e autodistruttivo è forse l’ostacolo più grave che l’Europa incontrerà nel tentativo di preservare la propria id/entità culturale. Memento mori.

Fausto Benvenuto

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