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CULTURA

“Non è un paese per onesti”, presentato ad Albenga il libro di Elio Veltri

“Non è un paese per onesti”, questo il titolo dell’ultimo libro pubblicato da Elio Veltri, ex sindaco di Pavia.
“Nel 1973 sono stato eletto per puro caso sindaco di Pavia ed ero già stato candidato alla Camera senza essere eletto”, spiega l’autore, “e ho avuto quel ruolo fino al 1980, anno in cui mi sono dimesso per candidarmi in regione. In regione eravamo solamente in tre a fare opposizione e nel 1996 Prodi mi chiese di candidarmi, ma accettai solamente a condizione che mi fosse assegnato un collegio sicuro e fui candidato a Carrara. Feci una legislatura all’opposizione, ma nonostante tutto fui trattato con rispetto. L’esperienza parlamentare non mi è piaciuta molto ed il periodo di Mani Pulite mi ha fatto vedere le cose in modo diverso e devo dire che all’epoca la corruzione era solamente di tipo amministrativo ed imprenditoriale, mentre oggi si tratta di corruzione mafiosa. La carica di sindaco è molto interessante perché incide sulla realtà cittadina ed il primo cittadino deve sempre migliorare la città che amministra. Per la politica ho rinunciato a diventare primario e per me questa scelta è stata naturale perché credo che per fare il sindaco bisogna amare la città che si governa. Negli anni 60 Pavia aveva su di sé un’attenzione negativa ed io ho preparato un progetto preciso per la città con l’urbanistica al centro di tutto e per realizzare ciò ho nominato due urbanisti che conoscevano il mio progetto per la città con i quali abbiamo ridimensionato la crescita della città ed abbiamo recuperato il centro storico.
Abbiamo poi approvato una convenzione-quadro per dare all’università migliori servizi e la stessa università ha successivamente messo a disposizione dei cittadini alcuni servizi e Pavia, allo stato attuale, ha il maggior numero di residenze universitarie in Italia. Quando ero sindaco abbiamo istituito alcuni servizi prima assenti e con la collaborazione del giovane giornalista Carlo Rossella abbiamo creato un mensile chiamato “Pavia” consegnato a tutte le famiglie della città che riportava anche le date ed i luoghi delle assemblee di quartiere che si tenevano regolarmente in città. Successivamente abbiamo istituito su proposta dei medici la prima guardia medica in Italia ed anche un’ottima politica culturale riuscendo a portare l’orchestra della Scala di Milano presso la mensa della Necchi. Devo dire che la mia esperienza come sindaco è stata straordinaria e soddisfacente, ma non è stato così per l’avventura in regione. Durante la mia avventura come sindaco non ho mai voluto tenere rapporti con imprenditori e sono sempre stato attento ai rapporti personali che potevano avere un secondo fine. Una creazione di cui sono andato orgoglioso è quella del comitato di gestione dei servizi sociali composto dai lavoratori del settore, da un genitore, da un membro del comitato di quartiere e da un comitato tecnico che approvava i programmi per l’istruzione e questi membri erano eletti a voto segreto. Chi fa politica la deve fare bene e noi abbiamo aperto giardini che nessuno conosceva come, ad esempio, i giardini Borromeo e i giardini della prefettura ormai chiusi. In questi ultimi anni nel nostro paese le cose più belle sono state distrutte”.

“Questa esperienza è importante per tutti, in particolare per coloro che fanno politica attiva, e mi sento di dire che occorre coinvolgere sempre di più i cittadini nelle decisioni amministrative e il bilancio partecipatico è un ottimo banco di prova per la nostra amministrazione”, conclude il sindaco Cangiano.

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