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CRONACA

Papa Francesco: “Dio non ha paura delle novità”

Il problema dei “gay” e “Lesbiche” è, volenti o nolenti, da accettare!

Chi non ha tolleranza impari a farsela venire.  Nella fondamentale pressa più che giusta e più che logica che ognuno di noi può avere le più diverse idee e convinzioni sul problema attualissimo dei “gay” o delle “lesbiche” , che può accettare e tollerare o no, una cosa sacrosanta va detta e sottolineata, ovvero quella che NESSUNO ha né il diritto né il dovere di giudicare e di sparare sentenze sulla sessualità degli altri. Una vecchia canzone di Caterina Caselli diceva testualmente: “ Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu!”. Ritengo veramente inaccettabile e deprecabile che una persona, per quanto essa possa essere contraria ai gay e alle lesbiche, in sostanza al loro mondo, alla loro vita, ai loro matrimoni e convivenze, si possa arrogare il diritto di condannare le loro scelte ed il loro modo di relazionarsi con persone dello stesso sesso. Ma dove sta scritto che una persona eterosessuale si prenda il lusso di affermare che gay e lesbiche sono da condannare e da emarginare e che andrebbero cancellati quasi dalla faccia della terra perché indegni di appartenere al genere umano, come se non fossero uomini e donne come noi, con i loro problemi, la loro vita, le loro ansie e paure, come tutti noi abbiamo? Essere convinti e peggio ancora, affermare queste cose, è veramente indegno di una persona benpensante. La nostra religione, della quale spesso ci torna comodo dimenticarci, ci impone l’accettazione degli altri e la tolleranza piena verso idee e comportamenti altrui. Ed è proprio questa tolleranza che oggi non abbiamo più: una mancanza di accondiscendenza che spesso si traduce in odio o in persecuzione verso coloro che non  la pensano come noi. Queste sono le logiche e devastanti conseguenze di un cattivo insegnamento della religione come materia scolastica e dell’abolizione di quella fondamentale materia che era l’educazione civica che, ai nostri tempi, veniva insegnata già dalla Scuola Media, inserita nella Storia  e che era in grado di educare il futuro cittadino. Abbiamo cancellato, impoverendo i giovani senza cercare più di inculcare in loro questi concetti di fratellanza, di uguaglianza, di umanità, di accettazione del prossimo, di collaborazione, di assistenza che sono alla base di una società che osa definirsi “civile”. Abbiamo, quasi inevitabilmente, alimentato quel razzismo che porta ad assumere comportamenti disumani ed a rifiutare il prossimo. In tutto questo la Scuola Italiana ha fallito clamorosamente, dimenticandosi che un bravo cittadino non è solo quello che sa bene la matematica o la lingua inglese, pieno di nozionismo e di conoscenze, ma è soprattutto quello, che sa vivere, sa accettare gli altri, sa aiutare, sa collaborare con le istituzioni, peraltro spesso carenti e incasinate. A proposito di Istituzioni, cosa si stanno muovendo per il problema sui gay e sulle lesbiche? Si potrebbe rispondere che stanno facendo del casino e basta. A precise prese di posizione di molti sindaci e comuni italiani che riconoscono le nozze gay , il Governo dice che tutto ciò non è valido. Giudici che emanano sentenze che poi vengono cancellate o criticate da altre istituzioni. In poche parole un “marasma” generale dove ognuno dice la sua, dove manca una chiara normativa di Legge che deve essere seguita da tutti e perseguibile se così non fosse. Nella premessa che, personalmente, gay e lesbiche, mi sono del tutto indifferenti, non va dimenticato che queste persone, a cui nessuno può vietare di volersi bene o di amarsi, spesso sono soggette a vere e proprie persecuzioni che sfociano in un ostracismo sociale inacettabile che rende loro la vita più difficile di quello che già è. Ai nostri giorni occorre ancora assistere a condanne morali fatte da persone che farebbero molto meglio a tacere ed a pensare ai fattacci della loro vita, magari che hanno alle loro spalle un’esistenza morale deprecabile. Quella di additare gay e lesbiche come “malati” o “persone immorali” è diventata una moda come un’altra dove molte volte un paravento per nascondere le loro personali magagne. Ed allora non sarebbe meglio che ognuno badasse a se stesso lasciando, semmai, al Padre Eterno giudicare i propri simili delle loro scelte di vita? Lasciamo in pace, purchè non diano fastidio, gay e lesbiche: a loro “Madre natura” non è stata forse molto benigna, ma tutti dovremmo sapere bene che contro la natura non vi sono rimedi da opporre. Pensare che queste persone siano “malati da curare” è un grave errore: i veri malati di mente sono coloro che non li accettano e li condannano senza nemmeno conoscerli.

 Carlo Colla

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