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Presentato a Vado Ligure il nuovo libro di Antonio Rossello

di Selena Borgna

“Ho conosciuto Lelio Speranza dopo la Resistenza e mi sento in dovere di dire che amava molto lo sport e dava molta fiducia ai giovani e credeva nell’idea di far fare qualcosa ai giovani”, ha dichiarato il professor Rossello durante la presentazione del libro di Antonio Rossello, “La fiamma che arde nel cuore” dedicato a Lelio Speranza, recentemente scomparso, “ed era inoltre fermamente convinto dell’idea che fossero gli stessi giovani ad organizzarsi. Tramite la Fondazione De Mari, Lelio segnalava le necessita sulle quali sucessivamente si agiva. Lelio era una persona simpatica e schietta ed il nostro rapporto era quasi fraterno e voglio dire che sono sinceramente dispiaciuto per la sua scomparsa”.

“Lelio ha lasciato un vuoto in tutti coloro che lo hanno conosciuto”, ha sottolineato l’autore del libro, Antonio Rossello, “ed ho avuto l’onore immenso di scrivere di lui quando lui era ancora in vita. Questa presentazione è la prima che si tiene dopo la sua scomparsa e la famiglia mi ha detto di continuare con il mio lavoro”.

Stesso entusiasmo e commozione da parte di Giorgio Siri :”Antonio ha da sempre la passione per la scrittura e questo libro è un saggio che è un po’ una biografia di Lelio senza essere dichiarata tale. Lelio ha spesso dimostrato la propria fede religiosa e posso sinceramente dire che era una persona davvero completa”.

“Dopo circa 7/8 anni che conoscevo Lelio mi è venuto in mente di scrivere la sua biografia perché è una persona che mi affascinava e mi affascina tuttora, ma devo dire che non è stato un maestro bensì un alleato. La trattativa per scrivere la sua storia è durata anni perché lui non era convinto della cosa, dato che è sempre stato molto volitivo, nel senso che prima attuava i vari progetti e poi li formalizzava, ma una volta cessati i suoi incarichi dal CONI mi dà l’ok per scrivere la sua storia. Il libro non è una vera e propria biografia, ma la biografia è dispersa in aneddoti e circostanze suggerite anche dallo stesso Lelio, una sorta di saggio eterogeneo con molti contributi e lui fa da liason tra tutti i fatti presenti. Il titolo dell’opera ha un significato ben preciso : si comincia dal cuore, dato che Lelio era molto determinato ed il cuore è proprio l’organo pulsante che porta passione, mentre la fiamma ha due diversi significati : per me significa la fiamma dei carabinieri, dato che ho svolto il servizio militare presso questo corpo, mentre per lui, che ha fatto il partigiano ed ha fatto parte soprattutto del mondo dello sport, la fiamma era quella olimpica. Ho conosciuto Lelio da giovane, ma all’inizio non mi stava molto simpatico, in seguito grazie al dottor Astengo che gli chiese aiuto per un evento legato ai carabinieri, mi sono ricreduto su di lui, che mi ha aiutato e valorizzato molto. Io non sono uno storico perché tendo ad inserire negli scritti il mio punto di vista e riguardo a questo testo mi sento in dovere di dire che ho citato cosa mi ha colpito cercando di collegarlo a Lelio. Per ottenere il maggior numero d’informazioni possibile ho consultato il professor Lunardon e gli archivi dei giornali, dai quali ho attinto il materiale riguardante Lelio sullo sport e sulla politica, dato che quando era presidente del CONI ha collaborato con tutte le amministrazioni comunali della provincia e posso tranquillamente dire che è stato “il cicerone del mio lavoro” e quando ho voluti riferire a Lelio che era tutto pronto per l’incontro di oggi ho saputo che era in fin di vita, ma mi è stato detto di andare avanti”.

“Ho molta stima nei confronti di Rossello”, ha dichiarato non senza commozione il figlio di Lelio, Carlo Speranza, “e sono orgoglioso di questo tributo dedicato a mio padre, che era di una generazione diversa dalla nostra. Lui teneva molto a ricordare gli eroi anonimi della seconda guerra mondiale come, ad esempio, Aldo Ronzullo, ultimo martire della Savona liberata, e si incavolava molto nel vedere i monumenti dedicati ai caduti in stato di abbandono”.

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