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Quale Europa, rivoluzione sociale o rivoluzione economica?

Si è tenuta, presso Palazzo Oddo ad Albenga, una conferenza del dottor Marco Mori dal titolo “Quale Europa, rivoluzione sociale o rivoluzione economica?” avente come tema le politiche comunitarie.

“Ringrazio i presenti e voglio dire che l’Europa ha una codificazione d’idea liberista”, ha dichiarato il dottor Mori, “e l’economia senza regole porta al massimo benessere ma è un cancro per la società perché lo Stato non interviene e tutta la ricchezza è in mano a poche persone che vogliono il potere politico. L’Italia è un sistema misto perché il liberismo non funziona e si evita così un accentramento di ricchezza e gli articoli 41 e 42 della nostra Costituzione sono scritti per la salvaguardia della democrazia. Il pareggio di bilancio è stato inserito in Costituzione perché richiesto dalla Banca Centrale Europea ed il potere economico può essere dominato con i trattati comunitari che vietano agli Stati di intervenire sull’economia. Abbiamo perso la sovranità monetaria che ci rendeva immune dai ricatti ed ora appartiene al Sistema Europeo delle Banche Centrali. Il fine delle riforme è quello di arrivare agli Stati Uniti d’Europa e l’articolo 47 della Costituzione dice che la Banca Centrale Europea non può essere indipendente”.

“La moneta usata nelle colonie francesi”, prosegue il relatore, “è di fatto ancorata all’Euro e la Francia ha, di fatto, la sovranità su questi Stati. La funzione dell’austerità è quella di far accettare agli Stati provvedimenti che altrimenti non si accetterebbero e viene usata per far tornare indietro i popoli. Il Consiglio Europeo ha in progetto alcune riforme dopo le elezioni per il Parlamento Comunitario che ci faranno andare esattamente dove i gruppi finanziari vogliono. La conferenza di Bretton-Woods per stabilire i modelli di scambio da adottare dopo la guerra videro prevalere il sistema statunitense e Keynes diceva che l’interconnessione tra gli Stati è debole e non bisogna far basare l’economia di un paese sulle esportazioni e nello stesso tempo occorre aiutare quei paesi che importano troppo. Attualmente le nazioni competono sull’export e per diventare più appetibili abbassano il costo del lavoro e voglio ricordare che la Seconda Guerra Mondiale è stata basata sull’export. Il modello statunitense era per loro vantaggioso alla fine del secondo conflitto mondiale perché l’Europa era in macerie ed il Regno Unito è diventato forte perché si è sviluppato internamente aprendosi successivamente all’export. Keynes diceva che possono circolare liberamente prodotti particolari, tecnologia e materie prime e che vi era la necessità di un piano industriale per lo sviluppo interno”.

“L’Europa del futuro necessita di una rivoluzione economica, sociale, culturale e politica e questa Unione Europea governata dai banchieri dev’essere fermata”, conclude il dottor Gianni Vincenzo Plinio.

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