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Retroporto Varazze: sblocco dell’operazione

Potrebbe sbloccarsi l’operazione immobiliare sulle aree del retroporto di Varazze, ovvero il “distretto T1C” le ex aree industriali sul lato opposto dei capannoni dei Cantieri Baglietto, in stato di abbandono da tempo, dopo le demolizioni. Giunta comunale e soggetto attuatore, la società Anteo di Torino, hanno raggiunto un’intesa sulle modifiche da apportare alla convenzione che era stata sottoscritta già nel 2011 e poi sottoposta a varie richieste di revisione, senza poter giungere alla sottoscrizione dell’atto.  Ora invece, a conclusione di numerosi incontri tra gli uffici comunali e i rappresentanti della Anteo, si è pervenuti ad un accordo sul nuovo testo che dovrebbe essere sottoscritto a breve. La convenzione urbanistica precede il rilascio del permesso a costruire.

La realizzazione del nuovo quartiere residenziale alle spalle di Marina di Varazze, comporterà per Anteo Srl la corresponsione di 3 milioni di euro all’Amministrazione comunale. La convenzione, modificata, prevede che gli oneri siano versati a rate, ma sostenuti da fideiussioni per un ammontare complessivo di 3 milioni. Modificate anche le opere di urbanizzazione da realizzare a scomputo degli oneri stessi. Il Comune ha ottenuto che i lavori siano realizzati parallelamente alla costruzione degli immobili previsti dal progetto retroporto. La priorità sarà data alla messa in sicurezza di rio Cucco, alla realizzazione di parcheggi e alla sistemazione della viabilità. Nessun cenno alla piscina prevista nella convenzione originaria ma esigenze e condizioni sono cambiate.

L’iter per giungere al nuovo accordo è stato segnato da accesi dibattiti in Consiglio comunale, per l’opposizione del Movimento Cinque Stelle e della lista “Amo Varazze”.Punto di confronto la modifica apportata, che consentirà al soggetto attuatore del progetto urbanistico di realizzare alloggi aventi un taglio medio di 50 mq di superficie agibile anziché alloggi aventi un taglio minimo di 50 mq.

Immagine da “Stefano Rossi Modelli”

1 commento

  • Che tristezza vedere il plastico di un progetto da noi concepito. é impressionante vedere le banalizzazioni e le semplificazioni di un progetto che poteva essere un modello urbanistico di riferimento nazionale. L’idea era quello della rambla, una passeggia di collegamento centro storico e porto. Gli edifici dovevano ritmare con linguaggi diversi (sul modello di interventi ad Amsterdam) la passeggiata. Linguaggi molto moderni, altri interpretazione delle schiere medievali. Cosa rimane? Scatole con terrazzi…la qualità non è questa.

    ariu+vallino architetti associati

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