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POLITICA

SI O NO AL REFERENDUM, A SUO TEMPO E LUOGO…

di  Giorgio Siri

Potrò sbagliare – ma non penso – ma non trovo corretto e ammissibile che persone che rappresentano le Istituzioni, in tale loro veste, sostengano il SI o il No per il quesito del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, ancor peggio, che coinvolgano nel SI o nel NO l’Istituzione stessa.

E’ di queste ore la notizia che all’interno del sito “bastaunsi” è stata aperta la sezione “Basta un SI’ndaco” , promossa addirittura dal ministro Delrio, che ha raccolto finora, leggo, l’adesione di 800 sindaci.

Neppure condivido la presa di posizione che il presidente della Regione, Toti, che ha diffuso il seguente comunicato: “Sul sito di Regione Liguria sono state pubblicate informazioni relative ad un vertice istituzionale organizzato insieme a Veneto e Lombardia: le tre Regioni, con delibere approvate dalle rispettive Giunte, hanno formalmente sottoscritto un documento di analisi critica della riforma che il Governo propone per modificare il Titolo V della Costituzione, spogliando le Regioni stesse e le autonomie locali di molte funzioni oggi assegnate loro dalla Carta fondamentale dello Stato. Le Regioni Liguria, Lombardia e Veneto, insieme a numerosi Sindaci, hanno altresì deciso di costituire un comitato istituzionale (non politico) del No, proprio a difesa di quella autonomia che la stessa Carta Costituzionale definisce una prerogativa da valorizzare”.

Il Presidente Toti fa un parallelo con le Regioni che avevano costituito un comitato per il SI, nel caso dell’abrogazione di alcune disposizioni sulle concessioni per le trivellazioni in mare: il referendum che è passato nell’opinione spicciola, come “referendum sulle trivelle”, ma è il caso è un po diverso. Il referendum abrogativo, a norma della Costituzione (art.75), può essere proposto dai cittadini (almeno 500.000 elettori) o dalle Regioni (almeno cinque consigli regionali); nel secondo caso tramite un percorso istituzionale che porta un’Amministrazione regionale a prendere quella posizione, ovviamente!

Mi sembra, che sia da una parte che dall’altra si stia perdendo il senso della correttezza. E’ giusto e più che ammissibile che uomini politici, qualunque ufficio istituzionale ricoprano, possano esprimere e sostenere, nel caso del referendum costituzionale, un punto di vista od una posizione riguardante posizioni loro o dello schieramento politico cui appartengono, anzi, proprio per una scelta così seria, sarebbe una mancanza non esprimerle, ma non in quanto Sindaci, in quanto Presidenti di Regione o come presidenti dell’ANCI, coinvolgendo le Istituzioni o le Assemblee che rappresentano, che sono di tutti. Lasciamo esse da parte, e confrontiamoci lealmente, con argomenti seri e motivati a sostegno di una posizione o dell’altra!

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