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ATTUALITÀ

SILVIA CALCAGNO A VILLA CROCE, A GENOVA… IF (BUT I CAN EXPLAIN)

di Giorgio Siri

Stupefacente Silvia Calcagno, a Genova, a Villa Croce, sino al 19 febbraio prossimo, per una esclusiva esposizione, “site specific”, una installazione che occupa un’intera stanza, una Project Room, che segna una ulteriore tappa del percorso della ceramista albisolese verso la rappresentazione di una vita (la sua?), (una vita reale?), attraverso scorci e attimi che lei imprime sui suoi gres, evocanti, come sempre, lo scorrere di fotogrammi cinematografici. Forse mai come questa volta l’installazione riesce ad essere caleidoscopica e intima, corale e personale, manifesta ed introspettiva insieme!

Nelle precedenti rassegne Silvia aveva guardato maggiormente alla sua immagine, alla riproduzione, talvolta ossessiva, di se stessa, per enunciare episodi o situazioni del suo cammino autobiografico; nell’evento di Villa Croce il campo si allarga.

L’installazione è di notevoli dimensioni: protesa com’è in altezza, sembra quasi rammentare un ciclo di affreschi di passate stagioni artistiche ; volutamente forse, all’osservatore, che deve per forza alzare lo sguardo, che deve orientarsi fra decine e decine di tessere, l’artista non rivela tutto, lascia che sussista, nel colpo d’occhio, un margine di incertezza, un’allusione di indefinito, una giocosa confusione. Silvia Calcagno, questa volta, cerca l’effetto? cerca il modo di meravigliare, quasi come era proprio degli artisti barocchi? vuole rappresentare il mondo che le ruota intorno? o trae dal mondo immagini che combaciano con immagini della sua storia? quella di Ilaria o di Rose o, insieme, degli altri personaggi femminili che ha voluto, in precedenti esperienze, interpretare….è evidente comunque che Silvia ha lasciato, o ha superato, certe lacerazioni, certe discese angoscianti in ricordi o rievocazioni o incubi, riflesso di dolorose esperienze biografiche, che lei, letterariamente, aveva saputo rendere opera d’arte. Silvia vive un momento di serenità, di spensieratezza forse e, sempre con la vena letteraria che, imprescindibilmente, caratterizza il suo lavoro, compare, nella fantasmagoria della disposizione delle lastre, ancora e sempre la sua figura, stavolta in atteggiamenti sorridenti, divertiti, quasi che, ora, l’autrice voglia inclinare verso un fine ludico, di leggerezza e di ilare illusionismo, nello scorrere di immagini le più svariate: volti femminili, scorci di esterni, viali, oppure particolari di mobili o di oggetti o di abiti, impressioni fuggitive, interni di abitazioni,ma anche, pur nel clima disteso, inquietanti apparizioni fantasmatiche, visioni misteriose…

Rimane, molto proprio di lei, l’ossessione della ripetizione del “mantra”, che potrebbe chiamarsi “motivo conduttore” oppure “frase ad effetto”, che è parte essenziale dell’installazione. Una frase, “Could you please stop talkig”, ispirata allo scrittore americano Raymond Carver (1938-1988), che, nel balenare di tanti flash di parvenze figurative, quasi confondenti, invita al silenzio! Ma anche un riferimento cinematografico, consono all’appassionata di cinema Silvia, è pertinente: un famoso film del 1961, tanto apprezzato dalla critica, quantunque non avesse entusiasmato il pubblico: “L’anno scorso a Marienbad”; all’inizio del film, si ascolta la ripetizione di una frase, che parla del luogo, una villa, un palazzo, dove si svolge l’azione e che di tale azione risulta essere elemento essenziale. Non solo, il film proponeva agli spettatori, provocatoriamente, di essere “coautori” della storia che si andava a raccontare. Nell’installazione di Villa Croce pare analogo il ricorso allo slogan continuativo, alla frase ridetta, a significare lo stato d’animo di sospensione e di attesa; è il motivo ossessivo, caro all’autrice, presente anche in quest’opera, nella quale sussistono pur sempre sospensione ed attesa, ravvisabili proprio nell’indefinitezza di fondo, che rimanda all’idea che l’estensione delle immagini potrebbe essere senza limiti, e che sembra voler lasciare proprio all’osservatore la possibilità o l’invito a ricercare qualche cosa, qualche significato, qualche particolare, che potrebbe riguardare persino se stesso, nel variegato e multiforme (micro)cosmo che l’autrice stavolta ci propone, con la nota, suggestiva espressività con cui,  al suo modo straordinario, lo riproduce! “If”, “se,qualora o semmai” in inglese, “congiunzione di valore ipotetico”, è del resto già un’intenzione, come titolo del site specific! Se Carver è definito “maestro nel raccontare la vita”, lo stesso si può dire dell’ intervento di Silvia, con in più, del “racconto della vita”, l’affascinante propensione illusionistica cui, nella presente circostanza, l’autrice pare voler indulgere!

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