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“Sotto l’ombra Del chinotto”: il mondo è fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale

Attraverso questa conosciutissima “filastrocca” introduco la tredicesima puntata del campionato di serie D girone E disputatasi domenica 19 novembre che per l’Albissola resterà per sempre una data memorabile. A trasformare quello che fino a poco tempo poteva essere solo un sogno in una bellissima realtà ci hanno pensato i ragazzi di Fossati che con una prestazione straordinaria impreziosita dalle due reti di Gulli e Carballo hanno letteralmente fatto esplodere di gioia i supporters biancozzurri con in testa gli scatenatissimi neonati “Zueni d’Arbisoa” e mandato in tllt (è il caso di dire, ancora una volta) i biancoblù del Savona che hanno subito a fine gara la dura contestazione dei propri encomiabili ed irriducibili sostenitori. Non voglio approfondire questo ultimo argomento che credo sarà ampiamente trattato nel corso delle settimana, per due sostanziali ragioni. La prima è quella che per scelta “editoriale” (stra condivisa) mi piace concentrare le mie analisi sui temi proposti dal “calcio giocato” evitando ogni possibile deriva gossippara. La seconda è quella che non trovo giusto nel grande giorno dell’Albissola toglierle il meritato spazio e lustro, spostando l’attenzione sulla oramai prolungata crisi degli striscioni. Per dirla in versi preferisco nuotare nelle “chiare e fresche acque” del Sansobbia che sguazzare tra le acque torbide del Letimbro e dintorni.La meritata vittoria nel derby potrebbe infatti, se sarà seguita da un bis nel recupero fissato per domani con la Rignanese, portare i ceramisti in una posizione di classifica eccezionale e non pronosticabile ad inizio campionato, che autorizzerebbe ad inserirla di diritto (si vocifera di un possibile ulteriore potenziamento, visto che girano già nomi di spicco come quelli di Virdis e Cammaroto) nel pacchetto di aspiranti al titolo via play off. Rimane ancora da verificare se il non eccezionale rendimento della squadra in esterno dipenda da una ancora acerba mentalità del gruppo (il prossimo test con la Lavagnese tasterà il polso di Sancinito e compagni), da fattori attinenti al sistema di gioco scelto o più semplicemente dal fatto che il presunto vantaggio di sfruttare al meglio le caratteristiche del Faraggiana (stretto ed in sintetico di prima generazione) viene vanificato quando si affrontano gli avversari su capi larghi ed in erba naturale. Aver piegato team competitivi quali Unione Sanremo e Viareggio non è un’impresa casuale e/o irrilevante. Perde certamente spessore l’affermazione sul Savona che seppur “storica” (le 2 società non si incrociavano dai tempo immemorabile, Promozione Ligure 26 aprile del 57, quindi da sessant’anni esatti) è stata ottenuta su una squadra timorosa e disordinata per giunta proveniente da 4 sconfitte consecutive e alla quale il neo tecnico Chezzi non è riuscito ancora (vedremo se ce la farà) a dare una precisa identità.Prima di archiviare il capitolo Albissola la cui affermazione ritengo che sarà in prospettiva per l’intero ambiente molto più importante politicamente del fatto sportivo in sè, vorrei fare i più sentiti complimenti ad un protagonista del match che da sempre seguo in considerazione della mia naturale attrazione verso il mondo magico del settore giovanile. Sto parlando del mancino Andrea Gulli (20 anni compiuti da pochi giorni) che con un tiro di rara precisione ha fulminato in semi rovesciata (si è trattato di una vera prodezza balistica degna di entrare a far parte della mia personale videoteca del gesto tecnico) l’incolpevole Bellussi sbloccando il risultato.Lo ricordo giostrare con Mandragora tra le fila della Primavera genoana al punto da meritarsi le attenzioni di Gasperini che lo convocò in ben tre occasioni in panchina in serie A. Poi lo sfortunato infortunio al crociato e l’anno scorso la ripresa in Emilia-Romagna in Lega Pro in prestito ai gialloblù del Santarcangelo fortemente voluto dal conterraneo Michele Marcolini. Confidiamo tutti che lo splendido gol descritto faccia da apripista per le ritrovate velleità del mediano esterno del Grifone che vidi togliersi una bella soddisfazione ad Arenzano il 7 maggio 2016 quando vinse per 5-2 in casa il return match con la capolista Juventus targata Fabio Grosso siglando la terza rete ( era schierato a destra a piede invertito con il n.7) prima della doppietta finale di Panico. Proseguendo con la filastrocca introduttiva giunge la seconda terzina a ricordare che :”chi le scende troppo in fretta si sciupa la scarpetta”. Il riferimento va qui ai vertici riunitisi in “conclave” al Bacigalupo di ritorno dalla disfatta patita che rappresenta per situazione generale (si parla di epurazioni in arrivo) e risultati (14° posto in classifica in piena zona play out) uno dei punti più bassi dell’intera storia calcistica biancoblù. Un punto nelle ultime sei sta ad indicare un ruolino di marcia disastroso che impone seri ed urgenti provvedimenti, a partire dalla gara con il Sestri Levante (peraltro in salute) prossimamente in arrivo. Stesso discorso anche se basato su premesse diverse per il Finale piombato a 3 sole lunghezze dalla retrocessione diretta. Il poker rimediato a Sanremo oltre al divario e alla differenza di valori tra le due compagini ha inevitabilmente evidenziato le lacune strutturali dei giallorossi che unite ad un certo atteggiamento rinunciatario non gradito da mister Buttu fanno ritenere che nella futura finestra di mercato ci saranno margini per tentare di rimediare.Certo è che per il momento anche per il team del dg De Min vale il titolo della filastrocca. Basti pensare che ancora pochi mesi or sono (dom.14 maggio 2017 per l’esattezza) il Finale Fbc al 29° del primo tempo (rete di Roda) era in vantaggio a Massa per 1 a 0 nella semifinale ply off (poi persa per 2 a 1) a completamento della straordinaria corsa che lo aveva visto arrivare in quinta posizione. Il Viareggio con la sua seconda posizione a quota 28 e con il miglior attacco del torneo (28 centri all’attivo) metterà a dura prova la truppa “Antonelli” a cui occorrerà sfoderare una prova di orgoglio (Edoardo Capra pensaci tu).

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