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Sotto l’ombra Del chinotto – Quando anche provare a vincere diventa difficile

Chi conosce il calcio sa che i risultati non si ottengono mai per caso ma che sono frutto di tante componenti non ultimo dell’organizzazione societaria. Se a fronte delle grandi aspettative create in estate, il quadro reale è quello di un progetto che giorno dopo giorno diventa sempre più piccolo, tutto si fa più difficile e chiaramente non può non ripercuotersi anche sul rendimento di una squadra. Se all’incertezza sul futuro, proviamo ad aggiungere la contingenza di una situazione divenuta via via ancor più complicata, ecco spiegata la prestazione non certo eccezionale fornita dal Savona contro il Chieri che è culminata in uno zero a zero (zero gioco, zero gol, zero spettacolo, zero emozioni, zero tiri in porta) che seppur ampiamente e legittimamente giustificabile riduce ulteriormente le residue possibilità di risalita verso quella zona play off che sembrerebbe un traguardo ancora alla portata.Impostare i ragionamenti sul piano squisitamente tecnico mi pare onestamente riduttivo. Come non riconoscere al mister De Paola, al suo staff con il vice Barresi in testa, ai giocatori rimasti in rosa, l’impegno, il coraggio, l’abnegazione che ci stanno mettendo per tenere botta ai tanti contraccolpi professionali e psicologici a cui sono sottoposti. Tutto ha però un limite. E l’andamento del blando pari a cui abbiamo assistito mi ha dato l’impressione non di una resa ma del venir meno, per logorio e frustrazione, delle necessarie energie che sarebbero occorse per affrontare al meglio il trittico di partite che iniziato con il derby perso con la Sanremese finirà con la trasferta da bollino rosso a Fossano. Si potrebbe dire che abbia inciso la squalifica del condottiero di cui certamente la sua creatura ha risentito. Si possono cercare divagazioni sul tema tipo la qualità del già ridotto a pezzi terreno del Bacigalupo che di certo non favorisce palleggio e manovra, tipo l’obbligato ricorso ai tanti giovani (ben sei 2001) con conseguente perdita di tasso di esperienza, tipo le difficoltà riscontrate dai vari David, Tripoli e Obodo nel riuscire ad entrare nel vivo del match. A me è parso che come spesso accade fossimo al cospetto di uno 0 a 0 “inevitabile” per definizione.Troppo sterile l’attacco degli striscioni, un reparto ( vi si è affacciato per la prima volta anche l’ultimo arrivo  Davide Rovido, un attaccante classe 2000 ex giovanili del Genoa proveniente dal Crema) che andrebbe rinvigorito con una prima punta vera. Compito che spetterebbe al ds Papa se il neo amministratore Sgubin gli desse mandato e soprattutto una adeguata copertura economica, che probabilmente verrà invece orientata quasi integralmente sulla risoluzione e stabilizzazione del pregresso e della gestione ordinaria. Intanto sotto con la prossima. Allo stadio “Angelo Pochissimo” sarà dura, per non dire durissima. Mai come in questo caso anche il solo punto sarebbe buono sulla falsariga di Casale in attesa di tempi migliori. Forza dunque Vecchio Delfino.

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