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Spotorno: la Regione non approva il progetto per le aree “Maremma”

La Regione Liguria ha respinto il progetto di riqualificazione della zona di via Maremma e dell’ex ristorante-albergo Pippo, a Spotorno. “Non sussistono le necessarie condizioni – si legge nel testo della delibera della giunta regionale – per esprimere l’assenso alla sottoscrizione dell’Accordo di programma promosso dal Comune di Spotorno”. L’iniziativa immobiliare ed urbanistica, proposta dalla società spotornese 1-Ottantanove Srl e progettata dall’architetto genovese Massimo Maldina, prevedeva, oltre ad un mix di strutture alberghiere e residenziali, il ridisegno dell’intero tratto di via Aurelia tra Punta Sant’Antonio e il confine con il territorio di Bergeggi (720 metri di rettilineo).

E’ varia ed  articolata la motivazione di non accoglimento del progetto, che prevede, in sintesi,la demolizione degli edifici esistenti dell’ex albergo Pippo (assoggettato a vincolo di destinazione d’uso alberghiera) e dell’impianto sportivo “Circolo Tennistico degli Aranci”, per una volumetria complessiva pari a circa 5000 mc. Sulle aree così ottenute sarebbe stato realizzato un complesso turistico-residenziale costituito da un albergo, una residenza turistico-alberghiera, 3 edifici residenziali, parcheggi privati interrati, sistemazioni esterne a verde privato, servizi per il turismo e residenza (ristorazione, palestra, centro estetico), 33 posti auto ad uso pubblico a rotazione e la risistemazione del verde pubblico, della viabilità e della passeggiata a mare esistenti.

In particolare, la volumetria totale prevista sull’area occuperebbe circa 16.191 mc con una superficie coperta di 1.980 mq, di cui 3.892 mc a destinazione turistico ricettiva, 9.763 mc a destinazione residenziale, 2.536 mc a servizi turistici e residenziali, 5.020 mq a parcheggio privato e circa 900 mq a parcheggio di uso pubblico a rotazione. Il progetto è in variante rispetto al vigente Prg poichè comporta l’introduzione della destinazione residenziale non prevista dalla disciplina urbanistica vigente.

Il ricorso all’Accordo di Programma, rileva la Regione, deve avere ad oggetto interventi di ristrutturazione e riqualificazione di rilevanza pubblica, nell’ambito dei quali si verificherebbero le condizioni per approvare varianti di iniziativa privata al Prg, “purché le stesse apportino un significativo miglioramento della qualità di infrastrutture e servizi pubblici”. Ma dall’istruttoria effettuata dagli uffici regionali, è emerso che le previsioni dell’Accordo di Programma proposto non presentano i requisiti richiesti, “in quanto si tratta essenzialmente di interventi di ricostruzione e nuova edificazione a carattere privato, alla stregua di un mero completamento edilizio, dove solo marginalmente è interessata la riqualificazione del contesto urbanistico senza che siano apportati significativi miglioramenti alle infrastrutture ed alle dotazioni di servizi pubblici, con conseguente pressoché assenza dei motivi di pubblico interesse”.

“A fronte della richiesta di una importante trasformazione urbanistica – prosegue la delibera regionale -, che implica la modifica della vocazione turistica dell’area prevista dal Prg verso una destinazione principalmente residenziale, le opere di urbanizzazione delle quali si farebbe carico il soggetto attuatore si limitano al mero soddisfacimento degli standard urbanistici, non apportando alcun significativo miglioramento e potenziamento della dotazione di servizi”. Servirà “una sostanziale riconsiderazione per equilibrare le trasformazioni di pubblico interesse rispetto a quelle di interesse privato”.

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