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ATTUALITÀ

Tanti, troppi negozi chiudono

Saracinesche abbassate, “Affittasi”, bancarelle di vestiti , furgoncino di panini e bibite accanto, questa è la fotografia di un’analisi condotta in 39 città di medie dimensioni. Gli acquisti italiani on line poi, hanno dato il colpo di grazia, si sono attestati al 60%, per un totale di 150 milioni di pacchi recapitati. Chiusure previste nelle città italiane (-16% in centro, -13% in periferia). In particolare chiudono: cartolerie, alimentari, tabacchi, giocattoli, ferramenta. I centri storici raccolgono più turismo, ma con meno negozi, emerge il rischio di perdere il controllo del territorio In Italia, la città più colpita è Trieste, in 7 anni ha perso 780 negozi, mentre crescono bar, ristoranti, alberghi, record che spetta a Salerno con un incremento del 61%. Genova, Firenze e Roma si sono messe in rete per far conoscere la città e le iniziative (attività, manifestazioni storiche), senz’altro utile per la rivalutazione, riqualificazione artigianali, commerciali, culturali, artistiche, botteghe artigianali in centri storici e riqualificazione anche delle periferie Nell’era dell’ Icommer (E-Commerce), negli ultimi 10 anni, secondo la Confcommercio si è registrato un calo di 60.000 esercizi, comprese anche le grandi catene di giocattoli, elettrotecnica (Toys, BPS), libri, autoricambi. Quest’ultimo settore è il più colpito, infatti ebay vende un pezzo di ricambio auto, ogni 5”, per un totale di 46milioni di pezzi Anche in Inghilterra, Cina, Usa, si sono raggiunti livelli da capogiro (85% online).Il commercio elettronico cresce a 2 cifre. Una guerra all’ultimo acquisto, con clamorosi fallimenti di 800 negozi, destinati a chiusura. Dopo 42 anni le saracinesche non si alzeranno più con perdita posto di lavoro per 33.000 dipendenti. ll commercio tradizionale, i negozi non si sono ancora adattati, ma non hanno gettato la spugna. Librerie ed elettronica in California offrono/espongono i loro nuovi prodotti per 1 settimana in spazi a prestito nei negozi prendendo nota di richieste, osservazioni, giudizi., con vantaggio per entrambi (negozio, produttori), i libri li danno in prestito con impegno a ritirarlo se non piacciono ed offrono aree di intrattenimento bimbi, ristorazione. Anche le bancarelle (altra cosa sono i mercatini natalizi, pieni di tradizioni, luci e brio), nate per calmierare, oggi contribuiscono a coprire il mercato. Prendiamo il caso di Savona. Nello spostare la fiera del lunedì si era partiti da 3 piazze raggruppando per omogeneità di articoli, si è arrivati ad occupare il centro città, per girarla, una specie di caccia al tesoro, una maratona per i clienti non potendo contare tra l’altro su alcuna indicazione per le mercanzie (stalli scelti a libido dei banchi e non per esigenze dei cittadini), difficoltà dei residenti ad uscire dai garage interni. Nell’ottica di difendere i negozi, buono sarebbe predisporre, un segno di riconoscimento del valore delle botteghe dei centri. Con ricorrenze, feste, specie speranze, sogni e desideri si accavallano Proposito deriva dal latino “propositum, proponere”, porre innanzi, cose da programmare e realizzare. E’ una pagina tutta da scrivere per dare contenuti: riconoscimenti ed anche contributi a librerie, cinema, detassare mercatini Km 0, farli conoscere a chi vive o visita la città. Giusto anche dar risalto, tutelare pregi storici che hanno dato lustro contribuito a scrivere la storia della città, pur senza fare la guerra, discriminare attività che muovono l’economia e attirano turismo. Certamente è un segno di riconoscimento del valore delle botteghe storiche, deve essere un decreto di principio, per cogliere nel segno, per regolamentare la situazione, certo difendere il decoro e compatibilità Alcune iniziative : Milano Sono stati riconosciuti 71 negozi che raccontano identità originali a partire dalle insegne, con locali interessanti, situate in luoghi idonei, con buona conservazione delle imprese di famiglie (almeno 50 anni di attività) di valori (competenza professionale, insegna storica). Roma Creata l’Assonegozi storici come patrimonio della città se le botteghe hanno arredi di pregio, vetrine e insegne di epoca. Firenze Ha creato una iniziativa per visite guidate con diversi itinerari. A Napoli le imprese ultracentenarie hanno ricevuto da Comune e Regione una certificazione di apprezzamento e considerate patrimonio storico della città. Palermo ha fatto un libro per non far morire tante storie di botteghe e vita.

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