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ECONOMIA

Tirreno Power: tutti prosciolti a Vado, ma con 46 mila euro di spese legali

E’ finito in archivio il procedimento nei confronti degli amministratori di Vado Ligure sul caso Tirreno Power, ma, dopo la soddisfazione per il proscioglimento e l’archiviazione delle accuse, è arrivato il momento di fare i conti delle spese legali sostenute (e da risarcire) agli indagati: 46.421 euro. La vicenda è arcinota: l’11 marzo 2014 il Gip del Tribunale di Savona aveva sequestrato gli impianti a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure a seguito delle denunce delle associazioni ambientaliste per gli effetti dannosi provocati sull’ambiente e alla salute dei cittadini. La tesi accusatoria era quella del disastro ambientale e sanitario “con la complicità delle istituzioni”. E tra gli altri rappresentanti delle istituzioni coinvolti, c’erano anche l’attuale sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano, gli assessori Ennio Rossi, Mirella Oliveri, Fabio Falco e Sergio Verdino, l’allora responsabile del settore Tutela dell’ambiente Sandro Berruti e gli ex sindaci Carlo Giacobbe e Attilio Caviglia.

Tra il 13 ottobre 2016 e il 28 gennaio 2017 gli uffici giudiziari di Savona e di Roma hanno emesso il decreto di archiviazione nei confronti (tra gli altri) degli amministratori comunali vadesi. Per chiudere la vicenda sono solo rimaste da pagare le spese legali agli avvocati Massimo Leandro Boggio, Giancarlo Bonifai e Mariangela Piccone. Il conto più pesante è stato presentato a Carlo Giacobbe (14 mila euro), seguito da Monica Giuliano (10 mila), da Attilio Caviglia e Sandro Berruti, entrambi a quota 6.800. Il Comune, come da regolamento per il caso in questione, risarcirà queste spese, ma senza troppi affanni. Infatti 46 mila euro rientreranno come da polizza assicurativa stipulata con lodevole previdenza, e la spesa effettiva da sostenere sarà limitata a 421 euro.

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