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ATTUALITÀ

Turismo low cost sempre in agguato…

Sono state avvistate, questa mattina, orde di “turisti low cost” che, pare, abbiano invaso soprattutto il finalese, dal Malpasso – il posto ha il nome con sè -, a San Donato, scendendo sui litorali del savonese, in abbordaggio, dai pullman che li trasportano d’oltreappennino, pur se i luoghi della loro provenienza vengono meno generalmente ritenuti “le grandi metropoli lombarde e piemontesi” – sono tre tutt’al più, in Piemonte ed in Lombardia, le grandi metropoli: Torino e Milano, ovviamente, e Brescia, se vogliamo, seconda città della Lombardia, ma pur sempre molto distanziata dal capoluogo, perchè la “Leonessa d’Italia” é poco sotto i duecentomila abitanti – o meglio ancora, le “periferie” delle grandi metropoli lombarde e piemontesi, luoghi dove perennemente la nebbia intride il suolo e non lascia intravvedere i raggi del sole, che poi chiamiamolo sole quella palla infuocata che, in quelle periferie, tra le file dei condomini massicci e incombenti, dove, un tempo, la scritta “Non si affitta a meridionali” attestava di un ingiusto arroccamento su pregiudizi ed intolleranza, ora rivolti, e con acrimonia ancor più malevola, verso altre parti dell’ umanità, ebbene come si fa’ a chiamare sole quel disco che balugina velato, pur se abbagliante, dai vapori dell’afosa calura che gassifica le nebbie, nella morsa soffocante dell’opprimente estate padana! No, non è quello; il sole semmai splende sopra i mari e le spiagge del ponente savonese, quello è il sole: l’astro che manda i propri raggi ad illuminare la costa e gli arenili, che rende il mare così attraentemente blu; è lì che si riesce a godere del calore e del colore dell’estate ed è per quello che il turista “low cost” parte, su pullman accaparrati in fretta, non appena il tempo promette bene, ma anche quando non promette così bene, perchè l’aria di mare ritempra, iodizza e ionizza e da la carica per una settimana. E poi si va al mare, d’estate, anche con pochi mezzi, come era negli anni 1960, ormai mitici, che sembravano lontani come lo sono ora, già nel decennio 1980, quando i fratelli Vanzina, coi due film “Sapore di mare”, ne riproposero  l’impagabile ed irresistibile malia. Ma il turista “low cost” non è forse, anzi non è sicuramente così romantico. Egli, cui si attribuisce di arrecare danni e disagi, è prosaico, ordinario, materiale! Da che cosa lo si distingue? Pare che le caratteristiche da cui è riconoscibile siano ombrellone, frigorifero portatile e “gazebo” ! Ma se giungesse un turista “low cost”, in treno, con magari la borsa coi panini e le bevande, oppure desiderasse pranzare in un ristorante od in una trattoria, magari a “basso prezzo” per restare nei ranghi, ma appunto, consumasse qualcosa sul posto, si comportasse educatamente, se ne stesse in un angolino della spiaggia libera, ed un pezzo di litorale libero deve esserci, da che cosa lo si riconoscerebbe? Dovrebbe anch’egli incorrere, se capitasse ad Alassio, nei rigori dei draconiani provvedimenti melgratiani, che, se attuabili, segregherebbero i turisti “low cost” in un ghetto lontano “dal centro e dalle spiagge” pur se il pullman che li conduce pagasse il balzello dei cinquecento euro?

 

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