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Un’estate all’insegna del maltempo

maltempo estateNon riesco a capire perché possa essere venuta un’estate come questa. Lo dico veramente. Un’estate così brutta non l’ho mai vista in vita mia, e ho cinquant’anni. A tante cose, che già ci rattristavano, s’è anche aggiunto il maltempo. Sono scomparse le tanto agognate giornate completamente soleggiate. Una cabala fatta di nubi preludio di acquazzoni. Al peggio, temporali che possono sfociare in bombe d’acqua. Non dimentichiamo inoltre i possibili danni al territorio: mareggiate e dissesto idrogeologico. E i danni ai raccolti? In riviera è una grande desolazione. Pochi vacanzieri con poche palanche. Tutti si lamentano. Le categorie che con il turismo ci lavorano per le conseguenze amare che possono derivare. E i tanti, troppi, sempre più squattrinati locali: speravano almeno di riversarsi serenamente nelle spiagge low-cost. Questo tempo davvero ci condiziona negativamente. Ci provoca nocumento. Sono constatazioni banali, ma vere. Il grigiore delle nubi deprime lo spirito e la cappa di umidità innervosisce. Come prevedibile risultato: eccoci privi di voglia di fare e più conflittuali nelle nostre relazioni. Si generano battibecchi cui nessuno è immune. D’altro canto, il primo argomento che si affronta nella maggior parte delle conversazioni è spesso il tempo. Il tempo è davvero importante quanto la salute. Non è il sintomo palese della salute del nostro pianeta? La legge del tempo – non solo cronologico ma anche meteorologico – è inesorabile. In parole povere non abbiamo potere sul tempo. Fa quello che vuole: ci condiziona la vita spicciola, incide sull’economia non solo turistica, ma anche in caso di danni per alluvioni, siccità, grandine, vento e altro. I detti e proverbi popolari sulle previsioni del tempo atmosferico non si contano. Rappresentano un leit-motiv nella maggior parte delle conversazioni tra umani. Regole di buon senso, nate dall’osservazione della natura, che cercano di interpretare l’evoluzione del meteo, senza pretendere d’esserne prodromi. Ossia niente di più, e niente di meno, di quanto osano fare ben più moderni e sofisticati strumenti. Arrivando a scatenare dispute. In questi giorni sono dilagate pure polemiche tra albergatori e gestori di stabilimenti balneari e siti web meteo accusati di fare previsioni nazionali a lungo termine in modo impreciso. E, di conseguenza, d’essere, in parte, colpevoli di influenzare negativamente prenotazioni e flussi turistici. Il tempo si osserva, si commenta, si prevede ma non si domina. Fa come vuole in definitiva. Non ci resta che pregare. Non ci sarà però mai un meteorologo – nemmeno uno che paradossalmente che si ponga con la più edulcorata e ammiccante immagine di un colonnello Bernacca bardato a festa – che possa illudere la gente, sostenendo che quanto fa o farà brutto non è vero perché invece fa o farà bello. E’ vero, la previsione meteorologica è difficile. Non è roba da stregoni ma è è una scienza inesatta. E’ anche vero che il nostro territorio è particolare. Un modello matematico spesso non riesce proprio a estrapolare una previsione efficace, ma è anche vero che generalizzando si sbaglia quasi sempre. Che fare quindi, smettere di prevedere il tempo e dire a tutti che c’è sempre sole? Certamente no. I meteorologi per quanto inaffidabili non si arrogheranno mai il diritto di alimentare false speranze fra la gente. Non è neanche possibile oscurare tutte le previsioni meteo… quando piove, purtroppo piove, non c’è nulla da fare e mentire non è possibile, specie nell’era di internet. A maggior ragione non ci dobbiamo sentire direttamente coinvolti- noi comuni mortali – visto che non facciamo previsioni, ma osserviamo il tempo che fa, guardando, fuori dalla finestra e, al massimo, commentiamo i modelli meteo e soprattutto i bollettini ufficiali. Fortunatamente non è ancora un reato commentare il tempo, anzi mi sembra la pratica più diffusa al mondo. C’è un detto veneto che dice “el temp el cul e i siori i fa quel che i vol lori”. La traduzione non è difficile. E se inoltre diciamo: “Piove… governo ladro! ”, anche qui un fondo di verità c’è. Non si tratta più della bonaria sintesi degli slogan contro il governo e in generale contro il potere costituito, rei di cagionare molteplici guai. Sventure di Giove pluvio incluse. La crisi c’è. E’ palpabile e dilagante in tutti gli aspetti. Se ci interessiamo –invero è sempre meno interessante farlo – alla bagarre che periodicamente imperversa su giornali e TV, puntualmente capita che – tra annunci trionfalistici e colpi di smentita –, quando sembra aprirsi qualche spiraglio positivo per l’Italia, la solita agenzia internazionale provveda a spegnere gli entusiasmi. Le ripercussioni non tardano a manifestarsi. Sebbene i meccanismi cui s’ispirano siano quantomeno criptici, gli investitori presenti sui mercati si affidano infatti ai giudizi emessi dalle agenzie di rating per decidere quali titoli comprare e in che misura, a seconda della predisposizione al rischio dei soggetti investitori. C’è sempre qualcuno che approfitta del caos per far girare notizie, che spesso si rivelano fasulle, gettando scompiglio sui mercati. Così si decidono le nostre sorti quotidiane. Vicende artificiose. Un intricato evolversi tra equivoci, rumors, peripezie d’ogni genere che per assurdo riprende l’armamentario fantasioso tipico della commedia dell’arte. Senza però divertire il cittadino. Le stime sul Prodotto interno lordo del nostro Paese sono la gogna dei governanti e degli economisti? Per loro è colpa dell’imprevedibile congiuntura anche quando come ora il segno meno si antepone alle già magre cifre? Da veri incapaci sbagliano tali previsioni oppure sono vittime di quel lupo cattivo rappresentato da agenzie di rating tacciate come minimo di parzialità, come anche di essere prezzolate o preda di oscure manovre? Il grande politico, o il grande finanziere, di turno comunque sa come fare per sviare questo cronico tallone d’Achille. Come farebbe un consumato teatrante. Forse come un burattino fatto ballare da un grande fratello. Con la faccia di bronzo migliore che sa tenere, si presenta alla ribalta. Anche quando c’è da piangere, imperturbabile sorride. Allargando le braccia, con voce suadente ci dice che non ha nessuna colpa se va male – sarà mica colpa del tempo che fa? – e che in realtà tanto male non è … perché andrà meglio. Lusinghe che, effettivamente, hanno ormai solo la capacità di indurre l’orchite più che la crescita del paese. Tempo, politica ed economia. Tre termini che non possono assumere per noi la stessa valenza. Bisogna consolarsi con quanto ci è concesso: meglio parlare del tempo che di politica ed economia. Per come vanno le cose, solo il tempo ci può essere amico. Fino a quando almeno gli esseri umani non inventeranno qualche diavoleria per controllarlo a proprio piacimento. A stravolgerne i naturali equilibri ci sono quasi riusciti. Siamo legati al tempo meteorologico: quindi impariamo a conviverci serenamente. Impariamo a conoscerlo e apprezzare tutti i suoi lati. Non solo quelli estremi. E smettiamola di credere a tutti e tutto. Godetevi le vostre vacanze, come meglio vi è dato, sia con il sole che con la pioggia, magari guardando fuori dalla finestra prima di uscire. Tempo, cul e siori, i fa quel che vol lori!

Antonio Rossello

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