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ATTUALITÀ

Vado Ligure, presentato il “Progetto Clelia” contro il femminicidio

E’stato presentato, alla presenza del sindaco Monica Giuliano, dei rappresentanti delle associazioni cittadine e di numerosi cittadini il “Progetto Clelia” per sensibilizzare la collettività sui fenomeni di violenze contro le donne.

“Oggi è l’inizio di un cammino che nasce nella Croce Rossa”, ha dichiarato il sindaco Monica Giuliano, “e riguarda la violenza contro le donne e la violenza di genere. Il disagio economico porta alla mancanza di coraggio necessario a denunciare e mi piace l’idea che il progetto non si esaurisca oggi ma continui nel tempo. La violenza non si sconfigge velocemente e con il disagio si rafforza e la comunità reagisce. Clelia è stata una donna che ha saputo scegliere ed ha lottato contro il fascismo ed è stata uccisa per questo. Anche noi possiamo scegliere da quale parte stare e in questo contesto la storia della Resistenza è adattata al nostro tempo. Le istituzioni e le strutture presenti devono diffondere i contatti e ciò ringrazio gli assistenti sociali per il loro lavoro. Su questo tema il cammino è solo all’inizio ma si stanno facendo grandi passi avanti”.

Parole simili da parte di uno degli organizzatori dell’evento :”Il Progetto Clelia nasce per sensibilizzare la collettività sul tema della violenza contro le donne e anche le scuole hanno lavorato a questo realizzando piccoli lavori sistemati nei negozi di Vado. Abbiamo scelto la figura di Clelia non per una questione politica ma perchè lei rappresenta alla perfezione questo momento di coraggio e paura”.

“Oggi è un giorno particolare ed il ricordo verso le donne perseguitate è più vivo che mai”, afferma il figlio di Clelia, “e la lotta verso queste violenze deve impegnarci tutti i giorni. Nel mondo sono milioni le donne vittime di violenze e alle donne non è stato regalato nulla perchè il diritto di voto se lo sono conquistate con le lotte della Seconda Guerra Mondiale. Ringrazio tutti coloro che hanno dedicato l’evento alla mia famiglia e voglio ricordare che quando ho saputo della morte di mia mamma sono stato mandato lontano da Vado perchè si temeva una mia vendetta. Poco tempo dopo ho saputo che il plotone di esecuzione si era rifiutato di sparare a mia mamma e alcuni di questi uomini sono venuti fino a Bardineto per raccontarmi ciò. Molte donne, durante la guerra, hanno raccolto per i partigiani abiti e cibo e nel ricordare queste eroine voglio dire che tutti noi siamo responsabili se non facciamo qualcosa perchè il diritto alla vita è sacrosanto per tutti e l’impegno del Governo è importante”.

 

CHI ERA CLELIA CORRADINI?

“Mercoledì 23 Agosto 1944 è stata assassinata a Vado dai nazifascisti l’operaia CLELIA CORRADINI vedova con 3 figli ed i vecchi genitori a carico. Arrestata assieme ad altri pacifici cittadini vadesi subiva lunghe torture e sevizie di ogni sorta. Accusata di essere una Patriota dei Gruppi di Difesa della Donna e di avere un figlio, Sergio, combattente nelle file dei partigiani, i suoi carnefici tentarono con i mezzi più brutali di strapparle delle delazioni; ma non riuscirono a nulla. Il fiero comportamento dell’eroica Madre fu meraviglioso! Essa si mantenne calma ed irremovibile sopportando impavida le peggiori torture fisiche e morali. Viste inutili le minacce e le selvagge torture i suoi aguzzini la condussero in un prato per fucilarla. Per ben 4 volte le spianarono contro i moschetti per intimorirla e farla parlare; ma inutilmente! La fiera volontà dell’Eroina era più forte della morte: essa superò vittoriosamente anche questa terribile, inumana prova! L’ufficiale che comandava il plotone di esecuzione ordinò il fuoco ma Clelia davanti al plotone di esecuzione, ebbe ancora il coraggio di gridare “Ma non ce l’avete una madre?” facendo decidere i soldati a deporre le armi e si rifiutarono di sparare: (forse qualcuno si ricordò di avere una madre). Allora l’ufficiale stesso, impugnato un mitra lo scaricava freddamente e bestialmente sulla vittima. Prima di cadere la CORRADINI gridava: “Sergio vendicami!” L’esortazione al figlio combattente per la libertà, è stato l’estremo gesto virile di sfida e di condanna, contro l’odiato oppressore nazifascista, di questa madre esemplare. Con il suo nobilissimo sacrificio, Essa assurge a simbolo della fierezza e del patriottismo delle donne del Savonese. MA IL SUO SACRIFICIO NON È STATO VANO!”

 

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