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ATTUALITÀ

‘Vegia Savonn-a’ al Circolo Artisi, in memoria di Luciana Costantino

amilcare artisi ritratto

Quanti sketch per ricordare i bei tempi di una volta, la scorsa settimana al circolo Arci Amilcare Artisi di Savona (nella foto, il ritratto del partigiano), inframmezzati a filastrocche e poesie in rima, nonché alla proiezione di vecchie cartoline, dove si ricordava che la nostra Torretta è monumento nazionale! Questo tuffo nel passato è stato reso possibile grazie a quattro componenti della compagnia che ha sede al teatro don Bosco, che non a caso si chiama proprio ‘La Torretta’, e che si sono prestati a rallegrare gli intervenuti all’Apericena Prenatalizio, per il quale il Circolo di salita San Giacomo ha sfornato tanti piatti legati alla nostra migliore tradizione: la panissa, il minestrone, le trofie, i ripieni, le frittelline con la salvia oppure con il cavolo…, e la classicissima cima!
Ed ecco che, nel dopocena, sotto il titolo ‘Vegia Savonn-a’, Lorenzo Morena, Alessandra Crescini, Aldo Curti e Gianna Marrone, coadiuvati da Andrea Ghersi e Wilma Negro, hanno riprodotto sul piccolo palco a disposizione le scene tanto consuete, in un altro periodo storico, di donne che litigavano per la coda alla fontana, o di chi, furbescamente, lucrava mescolando l’acqua al vino. E che dire della filastrocca in rima di una dattilografa sul capo che le fa delle avances, con tanto di coretto da avanspettacolo sullo sfondo?
Un vero e proprio tuffo nel passato, sottolineato anche dalle poesie dialettali dei nostri luoghi (prime fra tutte quelle amatissime di Beppin da Ca’). C’era spesso qualche coraggioso che invitava al silenzio, nel salone dell’Artisi, perché al momento delle proiezioni delle cartoline s’udiva un brusio di sottofondo, ma non erano intemperanze casuali: era invece la partecipazione a quanto veniva proiettato sullo schermo, e si commentava ai vicini di seggiola che ‘si abitava proprio lì dietro’ oppure si ricordava di quante volte si giocava ‘in quel caruggiu’.
Un trionfo di sapori e di profumi, quindi, cui ha fatto seguito un’immersione dialettale nei ricordi, e se alcune difficoltà ci sono state per una compagnia abituata a calcare teatri più che embrioni di palchi improvvisati, la capacità e lo spirito di adattamento in persone che sanno recitare (e tanto basta) ha permesso anche di riuscire a condurre uno spettacolo fino in fondo senza un retropalco, perché a disposizione c’erano solo due angolini un poco più nascosti allo sguardo dei presenti.
Una serata in memoria di Luciana Costantino, della quale Morena ha tratteggiato un ritratto e con la quale ha mosso i suoi primi passi d’artista, proprio qui, al Circolo Artisi. Un discorso breve (‘Mi fermo, se no mi emoziono’, ha detto nella presentazione), cui ha fatto seguito nel finale un progetto appena appena abbozzato: se l’evento vi è piaciuto, ha detto ancora il capocomico-regista, se volete che ci si ritrovi ancora insieme, se il dialetto è parte della vostra vita, perché non pensare ad organizzare nello spazio all’aperto una commedia in vernacolo quest’estate?

Il Circolo Artisi riparte da qui.

Laura Sergi

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